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Siamo lieti di presentarvi il Blog ufficiale dell' associazione Mary Astell ,dove condivideremo con voi le idee, i pensieri e l'organizzazione di eventi per rendere migliore la nostra città...Proviamoci insieme!

sabato 30 giugno 2012

L' ITALIANU E U DIALETTU: l'uno l'origine dell'altro!

Anche l’italiano come tutte le lingue storico-naturali si realizza in forme diverse a seconda delle varie modalità con cui ne facciamo uso, ovvero, in relazione alla natura del messaggio, alle sue finalità e alle situazioni nelle quali si attua la comunicazione.
 Il codice è sempre uguale (la lingua italiana), ma la sua concreta attuazione muta per molti aspetti in tutti i suoi livelli, nelle pronuncia, nella scelta delle parole, nelle forme grammaticali, nei costrutti e nello stile. La nostra lingua, in altri termini non è solo quella ereditata da una secolare tradizione letteraria, codificata nelle grammatiche e insegnata a scuola che prende il nome di “italiano standard”, ma essa, come vedremo, costituisce solo una delle nostre possibilità espressive, all’interno di un repertorio molto più ampio che ciascun utente ha a disposizione.
 Nell’ultimo ventennio l’interesse dei linguisti sullo studio relativo al contatto linguistico è molto aumentato, ragion per cui siamo oggi in possesso di molte descrizioni empiriche riguardanti situazioni di compresenza tra lingua e dialetti. Uno dei temi centrali degli studi sul plurilinguismo è quello riguardante la commutazione di codice tra l’italiano standard e i dialetti.
Questi fenomeni di contatto risalgono all’epoca in cui il fiorentino si affermò come lingua letteraria standard sulle altra varietà regionali, ma negli ultimi decenni si è verificato un profondo cambiamento delle abitudini linguistiche e si assiste ad un’ampia diffusione della lingua standard in tutti gli ambiti d’uso, soprattutto come conseguenza dei mutamenti politici, sociali e culturali del nostro secolo.
 Man mano che si è passati dalla situazione di diglossia italiano-dialetto alla situazione odierna, sia la varietà standard, sia le varietà dialettali hanno subito delle modifiche e i fenomeni di contatto tra questi due codici sono stati talmente profondi da lasciare il segno sia in italiano sia nei dialetti.
 In uno studio di “Berruto” sul contatto tra lingua e dialetto sono stati individuati vari fenomeni sui quali agiscono l’influsso dell’italiano sul dialetto, da un lato, e l’influsso del dialetto sull’italiano dall’altro.
 Questo influsso reciproco tra lingua e dialetto non porta ad una convergenza delle due varietà linguistiche, ma determina un ampliamento della gamma di varietà a disposizione dei parlanti. Per quanto riguarda l’influsso esercitato dai dialetti sull’italiano, si nota l’affermazione di varietà di “italiano regionale popolare”;
 si tratta di inferenze di vario genere del dialetto sull’italiano da parte di parlanti incolti o di persone che hanno come loro codice usuale il dialetto, che non intaccano la varietà standard dell’italiano, ma si affiancano ad essa sotto forme diverse dando vita a nuove varietà regionali dialettalizzate (esempio →“ci abbiamo conosciuto” anziché “ci siamo conosciuti”). Per quanto riguarda, invece, l’influsso esercitato dall’italiano standard sui dialetti, si può notare la nascita di “varietà dialettali italianizzate”, cioè la nascita di parole nuove, le quali sono dialettali per i tratti fonetici, ma introdotte a partire dalla lingua per designare nuovi referenti (es. Siciliano → Televisiuni).
Quindi da quanto abbiamo detto appare abbastanza chiaro che vi è una situazione di scambio reciproco tra italiano e dialetto, anche se l’italiano, al giorno d’oggi segue una via autonoma verso la quale si dirige parzialmente anche il dialetto, ma ciò dipende sempre dalla competenza linguistica del parlante.


Silvia Sudano

lunedì 25 giugno 2012

Dicono di Noi: Presentato dall'Associazione Mary Astell Onlus il libro "Conduci la tua vita!



 Lo scorso 22 giugno, presso la sala Costanza Bruno della Provincia Regionale di Siracusa, l’associazione Mary Astell onlus ha presentato il libro del conduttore e formatore Roberto Rasia dal Polo “ Conduci la tua vita! Diario di un conduttore” edito da 12punt6 s.a.s. 
Il libro è rivolto a tutti coloro che nel businnes o nella propria vita vogliono migliorare la propria capacità comunicativa e aumentare quell’attitudine, oggi fondamentale, di creare e mantenere relazioni con chi ci circonda.
 A moderare l’incontro è stato il direttore di “Timeout” Pino Nucifora che, dopo il saluto di accoglienza da parte del Presidente del Consiglio Provinciale Michele Mangiafico,ha dato la parola alla Presidente della "Mary Astell - Onlus" Lia Reale che ha spiegato di aver sostenuto con grande entusiasmo questa iniziativa. Infatti l’autore devolverà un euro, per ogni copia venduta del libro, alla LILT (Lotta contro i Tumori) per il progetto “Ancora donna” che si occupa di sostegno psicologico alle donne affette da neoplasie.
 Quindi la parola è passata all’autore che, oltre a presentare il proprio libro, ha fatto una vera e propria “lezione” sull’importanza della comunicazione nella vita quotidiana.
 Dice Roberto Rasia dal Polo: “Dopo 15 anni in TV, radio e in aula di formazione mi sono accorto che la vita è come un evento: la si può subire oppure condurre. Bisogna, infatti, prepararsi, saper respirare, parlare, improvvisare, negoziare e risolvere conflitti. Ecco perché comunicare è difficile e pochi lo sanno fare bene. Sia sul palco che sulla vita. In questo libro ho cercato di analizzare alcune delle caratteristiche salienti del mestiere del conduttore, così come mi sono state insegnate e, soprattutto, così come le ho carpite dall’esperienza. Ho cercato di intuire che cosa di questo strano mestiere possa essere utile alla vita di tutti.”
 Il manuale è suddiviso in 22 capitoli, di cui 21 denominati con le lettere dell’alfabeto, dalla A alla Z; ad ogni lettera corrispondono alcune parole chiave in comunicazione. Alla lettera S l’autore espone, per la prima volta pubblicamente, il proprio metodo delle “7S”, dopo averlo messo in pratica durante migliaia di ore di formazione in aula. 
Il manuale viene chiuso da un capitolo in cui sono inserite le riflessioni di 25 personaggi che si sono distinti nel mondo della Comunicazione.
 Conclusa la relazione, c’è stato un interessante dibattito che ha visto impegnato parecchio pubblico.



Fonte: Siracusanews Link:http://www.siracusanews.it/node/29516

mercoledì 20 giugno 2012

Presentazione del libro " Conduci la tua vita! "


Venerdi 22 giugno alle ore 17:30 l'associazione "Mary Astell - Onlus", presso il salone Costanza Bruno della Provincia Regionale di Siracusa in via Malta 106 Siracusa, presenterà il libro “Conduci la tua vita!”, scritto dal conduttore e formatore Roberto Rasia dal Polo, edito da 12punt6 S.a.S. Si tratta di un manuale romanzato in cui l’autore svela tutti i segreti che un presentatore utilizza sul palco o in TV.
Segreti che, a sua volta, chiunque può utilizzare in ogni ambito della propria vita.
All’evento interverranno con l’autore, il Presidente del Consiglio Provinciale di Siracusa Michele Mangiafico e la Presidente dell’associazione "Mary Astell - Onlus" Lia Reale.
Seguirà dibattito con l’autore.

 Cordiali Saluti

Scogliera dal profilo umano al Plemmirio

Volevo condividere un comunicato stampa inviatomi dall’Area Marina Protetta del Plemmirio in merito alle bellezze naturali del nostro paesaggio siracusano:


 "L’Area Marina Protetta del Plemmirio non finisce mai di stupire e si conferma scrigno prezioso di inestimabili bellezze naturalistiche e paesaggistiche. L’ultima sorpresa è opera di una studentessa del Liceo Scientifico Statale di Catania Galileo Galilei, diretto dalla Preside Gabriella Chisari, in visita nell’oasi marina siracusana. La giovane in occasione del suo piccolo “tour” nel sito naturalistico aretuseo, ha fotografato una scogliera che si tuffa nelle splendide acque del Plemmirio e, dopo un’attenta osservazione, si è resa conto che la natura, nel suo magistrale ruolo di artista sorprendente, utilizzando l’azione erosiva del vento e del mare, aveva modellato in quel tratto di scogliera, un profilo umano “classicheggiante”.
La studentessa di secondo anno, Giorgia Fiorenza della classe 2 L, ha condiviso questa scoperta con i suoi accompagnatori, la docente di Scienze e coordinatrice dei percorsi naturalistici Annamaria Ciancitto. <<  Ad un tratto, ecco che sotto agli occhi – racconta la studentessa - assumendo una particolare angolazione, è venuta fuori una immagine che sembra ritrarre sembianze umane. Nell’antichità, forse questa scogliera sarebbe stata magari consacrata a luogo sacro anche se oggi sappiamo che è solo opera del mare e del vento. Una grande sorpresa, anche per me.> >
A questo punto, il gruppo scolastico si è messo a “spulciare” tra le immagini dell’Amp del Plemmirio proposte nel sito ufficiale, ma tra le tante non figurava la scogliera dal profilo umano. La foto è stata esposta nella mostra fotografica "Galimage", organizzata all'interno dell'Istituto catanese in questi giorni e verrà donata dall'organizzatore all’Area Marina siracusana.
<< E’ stata una bella sorpresa – afferma il direttore del Consorzio Plemmirio Enzo Incontro – questa suggestiva scogliera potrebbe diventare uno dei nostri simboli >>



Carolina Stroscio

lunedì 18 giugno 2012

Una rivoluzione tutta in Rosa

Questa rubrica ci permetterà di conoscere a fondo le donne che hanno lasciato un’impronta nella nostra storia e che ci hanno regalato perle di saggezza su molteplici temi, donne che si sono distinte in vari ambiti, da quelli matematici a quelli prettamente sociali. Mi è sembrato doveroso iniziare dalla nostra Mary Astell dato che lei è promotrice e ispiratrice. Per comprendere meglio la vita di Mary Astell abbiamo diviso in due parti la sua storia, per questo motivo il primo articolo tratterà solamente la sua biografia e in seguito parleremo delle sue opere e del suo pensiero. Siate liberi ovviamente di lasciare un vostro commento e un vostro pensiero sugli articoli che man mano pubblicheremo… Buona Lettura a Tutte Amiche e Amici...



Durante il XVII secolo, le donne istruite erano poche ed anche le famiglie che prima avrebbero dato alle figlie un’educazione umanistica, adesso insegnavano loro soltanto a ricamare, danzare, cantare e suonare uno strumento.
 In questo secolo, si pensava che per le donne non fosse appropriato diventare colte come gli uomini e si concepiva, inoltre, che l’accesso alla conoscenza fosse un pericolo o addirittura una perdita della concezione di femminilità.
 Mary Astell fu una donna riconosciuta ai suoi tempi per ingegno, intelligenza e cultura, creò con il suo modo di vivere un precedente che sarebbe stato seguito da altre donne della società inglese: quello di donna istruita che scelse di vivere da sola e in relazione con altre donne, e in cui il desiderio di sapere prese corpo. Nacque il 12 novembre 1666 all’interno di una famiglia borghese di Newcastle, una città che prima della riforma era nota in quanto importante centro del monachesimo. Suo padre, Peter Astell, era un ricco mercante di carbone e sua madre, Mary Errington, proveniva altrettanto da una famiglia che commerciava questo minerale. Alla morte dei genitori visse in un’abitazione fondamentalmente femminile. Suo zio, Ralph Astell, fu il suo educatore ed in un momento in cui la maggior parte delle donne era analfabeta e non aveva alcun diritto all’istruzione, Mary Astell ricevette una formazione culturale che comprendeva studi di tipo filosofico, matematico e si approcciò allo studio di alcune lingue moderne. Dalle sue opere, infatti, si può dedurre che possedesse una vasta conoscenza sia della politica, che della storia e delle letterature classiche. Visse la sua giovinezza godendo della solitudine, assorta nel piacere della lettura, lesse molteplici poesie di Saffo e meditò sullo stesso Cartesio e Bacon.
All’età di circa 20 anni si trasferì a Londra con l’intenzione di rimanere nubile e dedita allo studio letterario. Lì  si stabilì nel quartiere di Chelsea, dove nacque intorno a lei un cenacolo di amiche, che furono le sue compagne più intime e fidate: Elizabeth Montague, Catherine Jones, Elizabeth Hasting.
Si trattava di donne aristocratiche che avevano scelto, come la stessa Mary Astell, di restare nubili, oppure, rimaste vedove, si erano rifiutate di sposarsi di nuovo.
Queste giovani donne, che costituirono una vera e propria famiglia per Mary Astell, erano dotate di una grande personalità ed erano molto solidali nei confronti delle donne in generale, in quanto aiutavano ed educavano donne che erano economicamente e socialmente inferiori a loro. Aiutavano vedove senza casa, insegnavano a leggere e scrivere alle loro domestiche e fornivano istruzione scolastica a giovani fanciulle, inoltre si presero cura di Mary durante gli ultimi anni della sua vita. Infatti all’età di sessant’anni Mary Astell si ritirò a casa dell’amica Catherine Jones dove rimase fino alla morte, nel 1731.



Alessandra Santorino

giovedì 7 giugno 2012

CuciniAMO...

Siracusa è luogo di eccellenza per alcune produzioni tipiche legate ad una straordinaria tradizione storica e culturale. Il limone di Siracusa è, tra queste, forse la piu' importante.
 La coltura del limone si estende lungo la fascia costiera dei comuni di Augusta, Melilli, Priolo, Siracusa, Avola, Noto e Rosolini.
Il femminello siracusano, apprezzato in tutto il mondo per il suo gusto unico e la straordinaria ricchezza di succo è la varietà di limone tipica della provincia che dal 2007 può fregiarsi del marchio Igp,identificazione geografica protetta, un marchio d'origine che viene attribuito dall'Unione europea a quei prodotti agricoli e alimentari per i quali una determinata qualità dipende dall'origine geografica, e la cui produzione, trasformazione e/o elaborazione avviene in un'area geografica determinata.
Trattandosi di una cultivar rifiorente, la caratteristica principale è che avvengono tre fioriture all'anno, per cui, il calendario di raccolta riguarda sostanzialmente tutte le stagioni, anche se con intensità diverse. Conseguentemente, tale diversificazione si ripercuote sulle caratteristiche organolettiche dei frutti.
 • Primofiore (limone invernale) da ottobre ad aprile;
 • Bianchetto o Maiolino (limone primaverile) da aprile a giugno;
 • Verdello (limone estivo) da agosto a settembre.
Del limone,inoltre,non si butta via niente perché non viene coltivato solo per il succo. Dalla buccia, molto apprezzata per la produzione di canditi, si estraggono anche essenze e pectina,una fibra idrosolubile. Dai semi si estrae l'olio e gli avanzi si impiegano nell'alimentazione animale.
Tante sono le proprietà nutritive dei nostri limoni: Dissetante, aromatico e straricco di vitamina C e di Sali minerali, Antiemorragico, disinfettante, astringente e ipoglicemizzante (tende a far diminuire il glucosio nel sangue). Nell'aromaterapia viene indicato come rinfrescante, tonico per la circolazione, battericida, antisettico, valido per abbassare la pressione arteriosa, utile per eliminare verruche, calli, gengive infiammate, per curare artrite e reumatismi, vene varicose, raffreddore, influenza.
Si è intrufolato,inoltre,con estrema facilità, con il suo gusto forte e unico, in tutte le più importanti famiglie dei sapori: delle carni a ingentilire la robustezza di cottura; del pesce, ad esaltarne la delicata freschezza ; degli ortaggi, facendone ricercate pietanze; dei sorbetti, dei dolci, delle bevande, dei drinks della più vivace creatività gastronomica.
 Raffinato protagonista dei piaceri della tavola, il limone è ancor di più compagno inseparabile della sana e corretta alimentazione.
 La ricetta insolita,aggiungerei,che vi consigliamo in questo articolo è il Risotto al Limone,un piatto molto delicato, leggero e sicuramente facile da digerire.
 Ingredienti (4 Porzioni):
 2 pugni di riso a persona (400 gr circa) prezzemolo q.b. 1 litro di brodo di dado parmigiano grattugiato 2 noci di burro 1 limone (succo+buccia grattugiata).
Preparazione:
1- Scaltrire nel fuoco il succo del limone con il burro. Versare il riso e tostarlo velocemente.
2- Versare il brodo a poco a poco sempre mescolando fino a che il riso non sia cotto.
3- Quando mancano pochi minuti alla fine della cottura aggiungere il prezzemolo, la buccia grattugiata del limone e il parmigiano.

Buon Appetito!




Mariapia Randazzo 

martedì 5 giugno 2012

SiRaCuRiOsAnDo

Siete pronti a conoscere la nostra città con l'associazione Mary Astell Onlus?
Siracuriosando è un' iniziativa che ci permetterà di scoprire le bellezze siracusane con degli appuntamenti che ricorreranno periodicamente.
Nella prima passeggiata,che si svolgerà giorno 10 giugno alle ore 10, partiremo dal Tempio di Apollo per poi spostarci al Duomo e infine alla Fonte Aretusa.
Con un offerta libera  "andremo a spasso" insieme ad un' esperta che ci guiderà nei vicoli nascosti di Ortigia.

 Vi aspettiamo numerosi!

Il ricavato verrà devoluto per sostenere le attività benefiche dell'associazione stessa.

sabato 2 giugno 2012

Il Ciane e i suoi papiri

Il Ciane, come lo vediamo oggi, è in realtà un canale artificiale risultato dalla bonifica, alla fine dell’800, di una vasta zona paludosa che occupava quasi tutta la pianura circostante. Il fiume è lungo circa 4,5 km, e sfocia nel Porto Grande in un’unica foce con l’Anapo e il canale di bonifica Mammaiabica. Il suo corso è fiancheggiato da grossi frassini e salici e, sul bordo, cresce una striscia di vegetazione palustre caratterizzata da una presenza eccezionale: il papiro. Molti autori fanno risalire l’introduzione del papiro in Sicilia dall’Egitto nel III sec. a.C. Secondo Smyth e Figuier, due autori del 1800, la pianta fu mandata dall’Egitto da Tolomeo Filadelfo II a Ierone II suo amico e alleato. Figuier scrive: “ E’ in Sicilia che si tentò di coltivare il papiro. I tentativi furono effettuati da Ierone, re di Sicilia, che piantò in quest’isola le radici del papiro strappate dalle rive del Nilo. La coltura del papiro, tentata in Sicilia da Ierone, non ebbe grande successo. Il papiro in Sicilia fu sempre considerato di qualità inferiore; fu solo utilizzato come carta emporetica per avvolgere derrate”. Testimonianze storiche, letterarie, archeologiche testimoniano l’esistenza di relazioni commerciali e culturali tra l’Egitto e Siracusa nel III sec. a.C. ma la presenza del papiro resta solo un’ipotesi mancando documenti e prove archeologiche a confermare ciò. Comunque è possibile fare delle considerazione prendendo in esame i dati linguistici, infatti,nell’egiziano antico, il papiro veniva chiamato “paen-peraa” oppure “pa-per-âa”, invece a Siracusa era chiamato comunemente “parrucca” o “pilucca” (nomi ispirati alla forma dell’ombrella) ma anche “pampera” o “pappèra”. Come si può notare le voci dialettali siracusane e i nomi dati al papiro dagli antichi Egizi presentano una notevole somiglianza, ciò viene ad essere una prova della provenienza del papiro siracusano e siciliano in generale, dal Basso Egitto. Un’altra tesi, abbastanza comune negli anni passati, era quella che il papiro fosse stato introdotto in Sicilia dagli Arabi. Secondo alcuni studiosi intorno al X sec., secondo altri intorno al VII sec. Questa tesi cade quando viene ritrovata una lettera di Gregorio Magno scritta nel 599 d.C. al rettore del patrimonio della Chiesa romana in Sicilia, in cui viene menzionata la presenza del papiro a Palermo. Se si accetta tale riconoscimento, ne consegue che il papiro era già presente in Sicilia alla fine del VI sec. La successiva testimonianza del papiro a Palermo risale al 972-973 quando un commerciante arabo scrive che nella città vegetava abbondantemente il papiro che chiamò “bardi”, cioè la pianta da cui si fabbricavano i rotoli papiracei. Infine, intorno al 1550, il Fazello, descrivendo la città di Palermo, indica il “Papireto” pieno di piante di papiro. Un’altra zona in cui il papiro vegetava era il fiume Favara la cui presenza è testimoniata dal botanico Bonfanti nel 1665 e dal Gregorio nel 1787. Dal XVI sec. in poi la pianta del papiro scompare dalla città a causa della bonifica delle paludi per eliminare l’epidemia di malaria. Nella parte orientale della Sicilia il papiro fu indicato in molti luoghi paludosi del litorale, dal fiume Alcantara, Fiumefreddo, Mascali, fino a Giarre. Anche nella Sicilia meridionale cresceva il papiro, in un laghetto presso Ispica. Nel siracusano per la prima volta vene segnalata la presenza dei papiri nel 1674 da Boccone, nella zona della “Penisola della Maddalena” a sud del porto grande della città e in una zona chiamata “San Cosimano” presso Melilli. La prima segnalazione certa riguardo la presenza del papiro lungo le sponde del Ciane, ci viene offerta da una lettera del 1760 scritta dall’abate Salvatore Di Blasi al conte Cesare Gaetani della Torre, con la quale ringrazia per la splendida gita fatta sul fiume per vedere i papiri. Dai precisi riferimenti, contenuti in una serie di documenti, si può con certezza dare al Gaetani il merito di aver riconosciuto e identificato per primo la pianta del papiro nel Ciane, nonostante la lunga disputa con il Landolina per il primato della scoperta. Al Landolina spetta, comunque, il merito di aver iniziato intorno al 1780 gli studi sulla carta papiracea e sulla sua manifattura; in particolare egli tentò di formare una carta da scrivere utilizzando il metodo tramandato da Plinio. Inoltre ebbe affidata dalla corte napoletana la custodia del papiro del Ciane a seguito di una sua precisa richiesta appoggiata da Ignazio Paternò, principe di Biscari. Si ritiene che i Siracusani utilizzassero la pianta che vegetava nel fiume Ciane, riconosciuta successivamente come papiro, ancor prima della seconda metà del Settecento. Come una qualsiasi pianta palustre, i pescatori adoperavano il papiro per intrecciare corde e i contadini per legare i covoni di fieno. Le ampie chiome venivano adoperate per adornare le capanne al passaggio di processioni e per coprire le strade e i pavimenti delle chiese durante le feste. Il papiro non è scomparso dal fiume Ciane, anche dopo le opere di bonifica, perché l’importanza della sua conservazione venne già capita dal governo borbonico, così dal 1800 fino ad ora, è entrato a far parte del Demanio Pubblico; oggi è presente non più allo stato spontaneo, ma come coltivazione ma anche in questa forma, resta l’estensione di papiro più grande di tutta Europa.



Carolina Stroscio

venerdì 1 giugno 2012

Dicono di Noi!

Siracusa, 31 maggio 2012
Giorno 30 maggio, presso la sala Costanza Bruno della Provincia Regionale di Siracusa, si è svolta l’inaugurazione dell’associazione Mary Astell onlus.
La presentazione, condotta dal giornalista Pino Nucifora, ha voluto illustrare al pubblico il suo scopo e cioè quello di promuovere iniziative sociali e culturali, all’interno della città di Siracusa, finalizzate all’aiuto dei più bisognosi.
L’incontro è stato aperto dal saluto del Presidente del Consiglio Provinciale Michele Mangiafico che ha posto l’attenzione sull’importanza dell’impegno dei giovani e delle donne all’interno della propria città e del proprio territorio, in questo periodo di crisi e sfiducia nei confronti della politica. Quindi la parola è passata alla Presidente della nascente associazione, Lia Reale, che ha spiegato come essa sia nata a seguito di un’idea da parte di un gruppo di giovani donne di mettere insieme le proprie capacità e il proprio impegno al servizio della comunità cittadina nell’ambito sociale e benefico organizzando eventi di carattere culturale.
Il nome Mary Astell è stato scelto per ricordare una donna inglese vissuta nel XVIII sec. che ha combattuto per i diritti delle donne, convinta della necessità del loro sviluppo culturale come unica premessa che potesse garantire la loro libertà di scelta. Come lei, anche l’associazione vuole mettersi in gioco dimostrando che, attraverso spirito di collaborazione, grande impegno e passione si possa rendere migliore la città in cui viviamo, finalizzando ogni singola iniziativa alla solidarietà. Quindi la Presidente ha continuato, illustrando al pubblico i progetti dell’associazione. Già nel periodo pasquale si è svolta la prima attività di beneficenza “COLORIAMO LA PASQUA”che ha riguardato un cospicuo numero di bambini e il cui ricavato è stato donato ad un’associazione che si occupa di persone autistiche.
 Per i mesi di giugno e luglio sarà organizzato il “CLUB DEL LIBRO” presso la Cittadella dello sport che vedrà coinvolti bambini in attività ludico – ricreative e il cui ricavato andrà sempre in beneficenza. Nel mese di settembre e ottobre verranno organizzate una mostra di arte e gioielli e una serie di conferenze. Nel mese di febbraio, primo anniversario della fondazione dell’associazione, sarà istituito il Premio Mary Astell con lo scopo di premiare donne del territorio siracusano che si sono distinte in vari campi. Infine, domenica 10 giugno parte il progetto “SIRACURIOSANDO” una serie di visite alla scoperta del nostro territorio e delle nostre tradizioni.
 A seguito dell’intervento di Lia Reale si è svolta l’interpretazione artistica di alcuni passi tratti dagli scritti di Mary Astell da parte dell’attrice Marilisa Vergopia guidata dalla regista Giannella D’Izzia dell’associazione “La Metamorfosi”. Infine, la parola è passata al Prof. Nino Portoghese che, con grande perizia e chiarezza, facendo un excursus sul ruolo della donna nella storia partendo dagli antichi Greci e soffermandosi alla fine sulla figura della Madonna ha messo in luce il ruolo fondamentale delle donne nella società. Il giornalista Pino Nucifora ha concluso la presentazione invitando i presenti a collaborare con questa associazione che vuole investire sulla capacità delle donne, promotrici e beneficiare del cambiamento.


 Fonte: Siracusanews http://www.siracusanews.it/node/28984