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sabato 30 giugno 2012

L' ITALIANU E U DIALETTU: l'uno l'origine dell'altro!

Anche l’italiano come tutte le lingue storico-naturali si realizza in forme diverse a seconda delle varie modalità con cui ne facciamo uso, ovvero, in relazione alla natura del messaggio, alle sue finalità e alle situazioni nelle quali si attua la comunicazione.
 Il codice è sempre uguale (la lingua italiana), ma la sua concreta attuazione muta per molti aspetti in tutti i suoi livelli, nelle pronuncia, nella scelta delle parole, nelle forme grammaticali, nei costrutti e nello stile. La nostra lingua, in altri termini non è solo quella ereditata da una secolare tradizione letteraria, codificata nelle grammatiche e insegnata a scuola che prende il nome di “italiano standard”, ma essa, come vedremo, costituisce solo una delle nostre possibilità espressive, all’interno di un repertorio molto più ampio che ciascun utente ha a disposizione.
 Nell’ultimo ventennio l’interesse dei linguisti sullo studio relativo al contatto linguistico è molto aumentato, ragion per cui siamo oggi in possesso di molte descrizioni empiriche riguardanti situazioni di compresenza tra lingua e dialetti. Uno dei temi centrali degli studi sul plurilinguismo è quello riguardante la commutazione di codice tra l’italiano standard e i dialetti.
Questi fenomeni di contatto risalgono all’epoca in cui il fiorentino si affermò come lingua letteraria standard sulle altra varietà regionali, ma negli ultimi decenni si è verificato un profondo cambiamento delle abitudini linguistiche e si assiste ad un’ampia diffusione della lingua standard in tutti gli ambiti d’uso, soprattutto come conseguenza dei mutamenti politici, sociali e culturali del nostro secolo.
 Man mano che si è passati dalla situazione di diglossia italiano-dialetto alla situazione odierna, sia la varietà standard, sia le varietà dialettali hanno subito delle modifiche e i fenomeni di contatto tra questi due codici sono stati talmente profondi da lasciare il segno sia in italiano sia nei dialetti.
 In uno studio di “Berruto” sul contatto tra lingua e dialetto sono stati individuati vari fenomeni sui quali agiscono l’influsso dell’italiano sul dialetto, da un lato, e l’influsso del dialetto sull’italiano dall’altro.
 Questo influsso reciproco tra lingua e dialetto non porta ad una convergenza delle due varietà linguistiche, ma determina un ampliamento della gamma di varietà a disposizione dei parlanti. Per quanto riguarda l’influsso esercitato dai dialetti sull’italiano, si nota l’affermazione di varietà di “italiano regionale popolare”;
 si tratta di inferenze di vario genere del dialetto sull’italiano da parte di parlanti incolti o di persone che hanno come loro codice usuale il dialetto, che non intaccano la varietà standard dell’italiano, ma si affiancano ad essa sotto forme diverse dando vita a nuove varietà regionali dialettalizzate (esempio →“ci abbiamo conosciuto” anziché “ci siamo conosciuti”). Per quanto riguarda, invece, l’influsso esercitato dall’italiano standard sui dialetti, si può notare la nascita di “varietà dialettali italianizzate”, cioè la nascita di parole nuove, le quali sono dialettali per i tratti fonetici, ma introdotte a partire dalla lingua per designare nuovi referenti (es. Siciliano → Televisiuni).
Quindi da quanto abbiamo detto appare abbastanza chiaro che vi è una situazione di scambio reciproco tra italiano e dialetto, anche se l’italiano, al giorno d’oggi segue una via autonoma verso la quale si dirige parzialmente anche il dialetto, ma ciò dipende sempre dalla competenza linguistica del parlante.


Silvia Sudano

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