Tra i vari gerghi, quello
giovanile è sicuramente il più colorito e eterogeneo e ci mostra un esempio di società alternativa
formatasi all’interno della società stessa.
L’interesse dei linguisti per i “gerghi
giovanili” è iniziato da breve tempo e coincide, appunto, con l’analisi del
cosiddetto “plurilinguismo dell’italiano”.
Tale fenomeno, nei giovani, nacque agli inizi
degli anni ’80 grazie al programma televisivo “Drive in” che introdusse i termini della “generazione paninara” i
quali indicavano un gruppo giovanile
nato a Milano
e da lì diffusosi in tutta Italia
e in alcuni paesi europei.
Tale gruppo era caratterizzato, dall'ossessione per le griffe, dal rifiuto
della politica e dal divertimento ad ogni costo.
Da allora, il gergo ha fatto molta strada,
diventando al giorno d’oggi sempre più frequente.
Il linguaggio giovanile odierno ha come base
l’italiano colloquiale, informale e scherzoso nel quale entrano e si mescolano
altri componenti che sono:
1.La componente gergale “tradizionale” che si
riferisce a parole che hanno un’origine gergale (Togo, Secchione, Cotta).
2.La componente gergale “innovativa” che è
quella caratterizzante la lingua dei giovani. Comprende quelle forme
linguistiche create dai giovani attraverso procedimenti che servono a modificare
la forma esterna o il significato della parola. (per esempio il cambiamento del
significato di cozza che assume il valore di ragazza brutta).
3.Dalla pubblicità e dai mezzi di
comunicazione provengono slogan pubblicitari che vengono ripetuti come
tormentoni (mastrolindo per indicare una persona calva o muscolosa).
4.Elementi
tratti da lingue straniere, come i forestierismi, e i pseudoforestierismi
(flesciare
(= colpire, andare fuori di testa, dall’ingl. flash), gym (= ginnastica,
palestra), fly down (= stai calmo), cucador (= uno che “cucca”, che
ha successo con le ragazze).
5.Elementi
tratti dai dialetti (gnocca/bella
ragazza; burino/tipo rozzo; pischella/ragazzina ecc.).
Silvia Sudano.
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