Benvenuti

Siamo lieti di presentarvi il Blog ufficiale dell' associazione Mary Astell ,dove condivideremo con voi le idee, i pensieri e l'organizzazione di eventi per rendere migliore la nostra città...Proviamoci insieme!

venerdì 7 giugno 2013

GERONE – TRASIBULO

 Gli successero i figli GERONE e POLIZELO,quegli per il governo e questi nell’esercito e nella tutela del figlio piccoletto. Gerone cercò di sbarazzarsi del fratello e volle continuare le conquiste di Gelone. 
Prese Nasso e Catana ,la ripopolò con siracusani e peloponnesiaci ,le mutò il nome in ETNA e ne affidò il governo al figlio DINOMENE. 
Impedì ad Anassilla,tiranno di Reggio,di impadronirsi di Locri e sconfisse per mare,nella famosa battaglia di Cuma, i TIRRENI (Etruschi).
Sconfisse pure TRASIDEO, figlio di Terone alla cui morte era succeduto, ed impose così il suo protettorato su Agrigento ed Imera. Gerone morì in Etna nel 467 ed ebbe tributato solenni onoranze.Con lui Siracusa raggiunse la massima potenza. 
Abbellì i templi d’Atena e di Giove Olimpico; probabilmente a lui sono intestati gli acquedotti dell’Anapo e del Timbri. 
Sotto il suo governo Siracusa divenne il centro della poesia più alta che abbia avuto la letteratura greca. SIMONIDE, BACCHILIDE, PINDARO, ESCHILO ed EPICARMO vissero alla sua corte. La morte di Gerone parve segnare la fine delle tirannidi.
 Gli successe TRASIBULO nominato consigliere del figlio di Gerone ancora giovane d’età. L’ambizione di Trasibulo fu causa di discordie ed intemperanze che portarono il popolo ad insorgergli contro. Nello stesso momento Imera, Selinunte, Gela ed Agrigento liberatesi dalla tirannia si schierarono con i Siracusani. Trasibulo si vide contro, non solo le città siceliote, ma anche i Siculi e sconfitto per terra e per mare si ritirò a Locri. La sua fuga fu salutata dai Siracusani che restaurarono il governo popolare ed in ricordo eressero, presso l’attuale ara di Ierone II, una colossale statua di Zeus liberatore, la cui testa fu ritrovata verso la metà del secolo scorso, ed istituirono la festa annuale detta Eleuteria.

Marcello Lo Iacono

giovedì 30 maggio 2013

CI MANCAVA SOLO LA CRISI!

 Ci tenevo ad affrontare un argomento molto serio che attanaglia il nostro Paese e di cui sentiamo parlare quotidianamente, ma non avendo alcuna competenza in materia lo tratterò con leggerezza, cercando di sdrammatizzare la situazione che tante famiglie italiane stanno purtroppo vivendo. 
 Le donne siamo abituate ad occuparci, tra le altre cose, del bilancio familiare avendo il compito della spesa, della gestione della casa e dei figli; ma da qualche tempo questa attività si è tramutata in un vero e proprio “lavoro” svolto a tempo pieno, con un attento controllo dei costi per il quale abbiamo dovuto acquisire ed affinare competenze da vere e proprie manager aziendali. 
 Si comincia dalla spesa che è diventata un vero stress. Il primo passo è la consultazione dei volantini pubblicitari che affollano la cassetta della posta e poi via verso i diversi supermercati alla ricerca di sconti ed offerte. In passato questi volantini venivano gettati via senza neanche essere aperti, adesso sono letti con l’attenzione di un romanzo giallo. E allora si parte per gli acquisti. I pannolini qui, gli omogeneizzati là, i detersivi da un’ altra parte e così via, risparmiando ma probabilmente spendendo di più in benzina.
 Poi si sta attenti ai consumi, con l’ansia di accendere le luci in casa il meno possibile e l’uso di lavatrice e lavastoviglie nel cuore della notte. 
Noi donne avevamo già un bel da fare e ci mancava solo la crisi a complicarci la vita!
 Ma nonostante tutto, ogni mese riuscire a far quadrare il bilancio delle entrate e delle uscita è una vera e propria impresa con un continuo aumento delle spese e con una conseguente riduzione delle entrate.
 Ed infatti, tra spesa, bollette, condominio, assicurazione, mutuo/affitto, tasse e quant’altro rimane ben poco, augurandosi sempre che non ci siano altri imprevisti. Ma dopo tutto questo lavoro fuori e dentro casa, ci meritiamo certo una ricompensa, una gratificazione. E invece no, la crisi ci ha tolto anche questo. 
Niente più parrucchiere, estetista, se non in caso di estrema necessità; niente palestra, viaggi, ridotte uscite con gli amici, insomma niente di niente. Ma soprattutto niente shopping. Com’erano belli quei giorni in cui in modo spensierato si andava in giro per negozi per rinnovare il guardaroba al cambio della stagione.
 Acqua passata, ora si sbircia nell’armadio per sistemare quello che si ha e si compra o low cost (per non dire al mercatino) o solo per i figli, che crescendo hanno chiaramente necessità. Ma che vita è questa….. Speriamo che questa situazione possa presto essere superata e ringraziamo di poterci ancora permettere il lusso di ironizzarci un po’ su perché ci sono tante famiglie che non hanno più un reddito e tanta incertezza, e li non c’è niente da ridere! 


 Carla Bramanti

giovedì 9 maggio 2013

Uomini e vittime

Era una Renault 4 rossa a Roma, in via Caetani, emblematicamente vicina sia a Piazza del Gesù (dov'era la sede nazionale della Democrazia Cristiana), sia a via delle Botteghe Oscure (dove era la sede nazionale del Partito Comunista Italiano) quella che conteneva il corpo ormai privo di vita di Aldo Moro politico e accademico italiano, cinque volte Presidente del Consiglio dei ministri e presidente del partito della Democrazia Cristiana, 12º e 18º Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana.
 Era il 9 maggio del 1978 e oggi ricorre il trentacinquesimo anniversario del suo assassinio da appartenenti al gruppo terrorista denominato Brigate Rosse.



"Non basta parlare per avere la coscienza a posto: noi abbiamo un limite, noi siamo dei politici e la cosa più appropriata e garantita che noi possiamo fare è di lasciare libero corso alla giustizia, è fare in modo che un giudice, finalmente un vero giudice, possa emettere il suo verdetto."
                                                                                                                            Aldo Moro 


Ma questa data porta con se anche un' altra morte ,Giuseppe Impastato, meglio noto come Peppino,  giornalista, attivista e politico italiano, famoso per le denunce delle attività della mafia in Sicilia,muore nel medesimo giorno di Aldo Moro,ucciso dalla mafia poichè personaggio scomodo solito denunciare ciò che non doveva essere nemmeno notato.
Viene assassinato nella notte tra l'8 e il 9 maggio del 1978, nel corso della campagna elettorale; col suo cadavere venne inscenato un attentato, atto a distruggerne anche l'immagine, in cui la stessa vittima apparisse come attentatore suicida, ponendo una carica di tritolo sotto il suo corpo adagiato sui binari della ferrovia. Pochi giorni dopo, gli elettori di Cinisi votano il suo nome, riuscendo ad eleggerlo, simbolicamente, al Consiglio comunale dimostrando che anche se difficile,bisogna alzare la testa e guardare dritto negli occhi la propria paura.

Noi  dell’associazione Mary Astell desideriamo ricordare questa data e gli uomini che hanno contrassegnato la storia dell’Italia,ma che dopotutto erano solo uomini con le loro fragilità e con le loro debolezze,che persone abbiette hanno schiacciato con il loro potere.Uomini e soprattutto  vittima della malvagità e della orribile realtà qual è il terrorismo in tutte le sue forme.

Mariapia Randazzo


mercoledì 8 maggio 2013

Autismo e comunicazione

 Dopo aver parlato delle caratteristiche che contraddistinguono la nostra lingua e il nostro modo di comunicare, voglio parlare di un argomento che mi sta molto a cuore e che non tutti conoscono nel profondo: il linguaggio e la comunicazione nel bambino autistico.
 Il termine autismo ha origini molto antiche poiché deriva dal greco “autòs” che significa sé stessi, e come sappiamo, la tendenza a chiudersi in sé stessi è proprio quello che contraddistingue i soggetti affetti da questa patologia. 
L’autismo, infatti, colpisce ciò che l’uomo ha di più prezioso, ovvero la possibilità di comunicare con gli altri, poiché le aree in cui il bambino o il ragazzo autistico ha maggiori difficoltà sono proprio quelle che riguardano la comunicazione e le abilità sociali.
 I sintomi iniziano in maniera evidente intorno ai 3 anni e secondo “L’American Psychiatric Association” le 3 caratteristiche per definizione dell’autismo sono: - Interazione sociale compromessa; - Deficit nel linguaggio e nella comunicazione; - Comportamenti moderati, ripetitivi e stereotipati. La natura di tali compromissioni può cambiare nel tempo e può variare a seconda del livello di sviluppo del soggetto. 
 Nei bambini in età infantile vi può essere incapacità a stare in braccio, indifferenza o avversione all’affetto o al contatto fisico, mancanza di contatto visivo, di risposta mimica, di sorrisi finalizzati al rapporto sociale e mancanza di risposta alla voce dei genitori.
 I bambini piccoli con questo disturbo possono trattare gli adulti come intercambiabili oppure possono attaccarsi meccanicamente ad una determinata persona o possono usare la mano del genitore per ottenere gli oggetti desiderati senza mai entrare in contatto visivo con loro (come se la mano fosse più rilevante della persona). 
 Nel corso dello sviluppo il bambino può diventare maggiormente disponibile ad essere coinvolto passivamente nell’interazione sociale, e può anche diventare più interessato alla stessa. Anche in questi casi, però, il bambino tende a trattare le altre persone in modi inusuali (es., aspettandosi che le altre persone rispondano a domande rituali in modi specifici, avendo uno scarso senso del confine tra una persona e l’altra, ed essendo eccessivamente intrusivo nell’interazione sociale).
 Nei soggetti più grandi, le prestazioni che comportano memoria a lungo termine (per es., orari dei treni, date storiche, formule chimiche, parole esatte di canzoni ascoltate anni prima) possono essere eccellenti, ma le informazioni tendono ad essere ripetute più e più volte, a prescindere dall’adeguatezza dell’informazione rispetto al contesto sociale. 
 Inoltre, è stato osservato che gran parte della popolazione autistica (circa la metà) non parla o comunque non ha un linguaggio utilizzabile. Tra i bambini autistici che acquisiscono il linguaggio, vi sono comunque ritardi di sviluppo e peculiarità significative riguardanti la produzione linguistica; le loro parole, infatti, sono spesso non comunicative e ridondanti, e inoltre raramente questi bambini sono in grado di iniziare una conversazione. 
Anche nei casi di autismo ad alto funzionamento emergono caratteristiche evidenti del linguaggio autistico, inoltre se si va ad analizzare la relazione tra il versante della codifica e quello della decodifica, ne fuoriesce un profilo particolare che vuole il versante espressivo migliore di quello ricettivo. Altra caratteristica fondamentale riscontrabile in tali bambini è la presenza di ecolalia, la quale può essere sia immediata che differita. Per ecolalia immediata si intende la ripetizione dell’ultima o delle ultime parole sentite, in altre parole i bambini ripetono semplicemente quello che hanno udito senza formulare un discorso proprio; questo fenomeno porta i bambini autistici a parlare di sé stessi usando la terza persona anziché la prima. Per ecolalia differita, invece, si intende la ripetizione di intere frasi elaborate come unità linguistiche, ovvero come se fossero una singola parola. 
Inoltre studi recenti sui bambini autistici hanno evidenziato altre caratteristiche come: - una inusuale selezione delle parole; - incoerenza del discorso; - mancanza di risposta quando viene loro posta una domanda; - alterazione della prosodia; - stereotipie verbali; Chiaramente, i ritardi e le peculiarità relativi alla produzione del linguaggio, sono associati a problemi profondi di comprensione dello stesso, come anche ad altri problemi di comunicazione.
 La speranza, sia per i bambini che ne sono colpiti, sia per i genitori che ogni giorno devono combattere contro questo male incurabile, è che si trovi al più presto la causa e conseguentemente la sua soluzione.


Silvia sudano

lunedì 22 aprile 2013

Giornata mondiale della terra!

Ogni anno il 22 aprile, più di un miliardo di persone partecipano alla Giornata della Terra. In tutto il mondo, le singole persone, le comunità, le organizzazioni e i governi riconoscono il meraviglioso pianeta che chiamiamo casa e decidono di fare delle azioni concrete per proteggerlo. 
Giornata della Terra (Earth Day in inglese), 24 ore per confrontarsi su tutto ciò che riguarda l’ambiente e i problemi che minacciano la salvaguardia del pianeta. La ricorrenza, giunta alla 43esima edizione, affonda le sue radici nei primi anni ’60, quando negli Stati Uniti si iniziò a sviluppare una coscienza ambientalista, per poi essere ufficializzata il 22 aprile 1970 su proposta del senatore Gaylord Nelson.
 L'idea della creazione di una «Giornata per la Terra» fu discussa per la prima volta nel 1962. In quegli anni le proteste contro la guerra del Vietnam erano in aumento, ed al senatore Nelson venne l'idea di organizzare un “teach-in” sulle questioni ambientali. Nelson riuscì a coinvolgere anche noti esponenti del mondo politico come Robert Kennedy, che nel 1963 attraversò ben 11 Stati del Paese tenendo una serie di conferenze dedicate ai temi ambientali. L'Earth Day prese definitivamente forma nel 1969 a seguito del disastro ambientale causato dalla fuoriuscita di petrolio dal pozzo della Union Oil al largo di Santa Barbara, in California, a seguito del quale il senatore Nelson decise fosse giunto il momento di portare le questioni ambientali all'attenzione dell'opinione pubblica e del mondo politico.
 "Tutte le persone, a prescindere dall'etnia, dal sesso, dal proprio reddito o provenienza geografica, hanno il diritto ad un ambiente sano, equilibrato e sostenibile". Il 22 aprile 1970, ispirandosi a questo principio, 20 milioni di cittadini americani si mobilitarono per una manifestazione a difesa della Terra. I gruppi che singolarmente avevano combattuto contro l'inquinamento da combustibili fossili, contro l'inquinamento delle fabbriche e delle centrali elettriche, i rifiuti tossici, i pesticidi, la progressiva desertificazione e l'estinzione della fauna selvatica, improvvisamente compresero di condividere valori comuni. Migliaia di college e università organizzarono proteste contro il degrado ambientale: da allora il 22 aprile prese il nome di Earth Day, la Giornata della Terra. Oggi oltre un miliardo di persone in quasi tutti i paesi partecipa ad eventi organizzati per l’occasione: da concerti a dibattiti, da iniziative di volontariato per recuperare le aree degradate a raccolte fondi con l’obiettivo di finanziare progetti di sviluppo ecosostenibile, senza dimenticare campagne di sensibilizzazione, “chilometro zero”, riforestazione, raccolta differenziata, riciclo e molto altro ancora. FAO, UNESCO e UNEP appoggiano la Giornata della Terra a livello internazionale con il loro patrocinio e altrettanto fanno in Italia realtà come CNR, Ministeri dei Beni Culturali e della Gioventù, università, comuni, province e regioni.
 L'Earth Day è diventato un momento importante ed uno strumento significativo di sensibilizzazione nei confronti delle tematiche ambientali. Attraverso l'organizzazione dei concerti, l'Earth Day si propone non solo di offrire un momento musicale con artisti di grande livello ma anche di realizzare un spazio di approfondimento educativo e formativo. Nel 2008 si svolge il primo concerto italiano dedicato all'Earth Day. Il suggestivo scenario di Piazza del Campidoglio in Roma accoglie grandi artisti come Vinicio Capossela, Cesaria Evoria, Saba e Sud Sound System. Nel 2009 Si celebra a Roma un grande concerto in Piazza del Popolo con Nat Geo Music, canale musicale di National Geographic. Numerosi gli ospiti presenti, sia italiani che internazionali: dai Subsonica a Ben Harper, passando per la cantante nigeriana Nneka fino a Bibi Tanga & le Professeur Inlassable. Un grande kermesse organizzata secondo un "regolamento verde" e rigorosamente ad Impatto Zero: la quantità di anidride carbonica emessa nell'atmosfera durante l'evento (circa 341 kg) viene "risarcita" la piantumazione di alberi nella riserva della Valle dell'Aniene e nelle foreste in Costa Rica in collaborazione con LifeGate. 
Nasce l'iniziativa web voluta dal Decrescita Felice Social Network "Giornata Mondiale della Terra" per la promozione e la diffusione degli eventi italiani legati alla Giornata della Terra. Il 2010 rappresenta una tappa significativa per l'Earth Day Network, che festeggia la 40° Giornata della Terra. Il gran concerto di Roma di Nat Geo Music Live è dedicato alla biodiversità e si tiene nella splendida location del Circo Massimo. Pino Daniele è l'ospite principale, ma con lui si esibiscono anche i Morcheeba, Rokia Traorè, i DDG con Josh e Cora Dunham e la serata viene stata chiusa dal dj Claudio Coccoluto. Nel 2010 per il 40º anniversario della Giornata Mondiale della Terra viene inaugurata dall'Earth Day Network la campagna “Billion Acts of Green” (un Miliardo di azioni verdi). 
L'obiettivo è di far registrare un miliardo di azioni prima del Summit della Terra che si terrà dal 14 al 16 maggio 2012 a Rio de Janeiro in Brasile per sensibilizzare i Governi che parteciperanno a questo fondamentale appuntamento. Le “Billion Acts of Green” sono infatti la sommatoria degli impegni dei singoli cittadini, associazioni, aziende, Enti e Governi che puntano a migliorare la vita in maniera sostenibile, non solo con grandi azioni, ma anche con piccoli gesti quotidiani. Nel 2011 con la nascita di Earth Day Italia, si ha un momento di svolta nell'organizzazione dell'evento italiano che, accanto al concerto, prevede iniziative utili e tangibili, quali la raccolta fondi organizzata in collaborazione con American Express a sostegno del disastro geotellurico giapponese e la serata di gala dedicata alla premiazione dei "Testimonial Italiani per la Terra", ovvero  chi si è distinto nel mettere in campo buone pratiche per la sostenibilità ambientale con la disponibilità a condividerle con le organizzazioni del proprio settore.Nel 2012 il concerto per la Giornata della Terra si è tenuto il 22 aprile al Teatro Palapartenope di Napoli. Napoli è stata scelta come città simbolo del concerto per rilanciare l'immagine del Paese su temi importanti come quello ambientale e per compensare le immagini di degrado ambientale che hanno dato al mondo un'idea negativa di questa città e di tutto il nostro Paese. "Earth Day Italia - ha dichiarato Pierluigi Sassi, presidente di Earth Day Italia – si festeggia a Napoli per dare forza e slancio all'impegno con cui questa città sta riscoprendo il suo volto migliore. Napoli condividerà con tutte le nazioni che festeggiano la giornata della Terra il suo rinnovato impegno in campo ambientale". Al concerto, presentato da Serena Dandini, partecipano numerosi artisti, da Anggun, Enrico Ruggeri, Mario Riso, ai Sud Sound System, Francesco Sarcinà ed altri artisti del progetto Rezophonic. Gli accordi di Earth Day Italia con gli artisti hanno consentito ad AMREF l'apertura di 4 pozzi in Africa. In Italia dal 2008 il Decrescita Felice Social Network, Partner dell’EARTH DAY NETWORK anche per il 2013, anima la Giornata della Terra promuovendo e sostenendo piccole e grandi iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi ambientali.
Milano sei pronta ad accogliere Earth Day Italia 2013?



Alessandra Santorino

martedì 9 aprile 2013

Addio Margaret! o forse solo un arrivederci!

Si è spenta dopo una lunga e piena vita, Margaret Thatcher, nata Margaret Hilda Roberts, e conosciuta anche come la Lady di ferro, in inglese The Iron Lady , è stata una politica britannica. Fu primo ministro del Regno Unito dal 1979 al 1990; è la prima e a tutt'oggi unica donna ad aver ricoperto la carica di Primo Ministro del Regno Unito. Dal 1975 al 1990 fu inoltre leader del partito conservatore inglese. Il titolo nobiliare di Baronessa di Kesteven nella contea del Lincolnshire è del 7 dicembre 1990. Al suo nome è legata la corrente politica denominata "thatcherismo", che fonde il conservatorismo con il liberismo e il periodo britannico degli anni 1980 è detto "era thatcheriana". Nacque il 13 ottobre 1925 a Grantham nel Lincolnshire, in una famiglia di solidi principi religiosi e di fede protestante metodista; suo padre era droghiere e impegnato nell'attività politica e religiosa locale. Si laureò in chimica presso il Somerville College dell'università di Oxford; fin dall'università si occupò di politica diventando presidente di un'associazione studentesca conservatrice. 
Dopo la laurea si impiegò come ricercatrice chimica presso la BX Plastics, un'industria di ingegneria per materiali plastici. Anche in questo periodo non venne meno il suo impegno politico. 
Si trasferì a Dartford nel Kent dove lavorò presso una famosa industria conserviera inglese. 
A Dartford partecipò alle elezioni del 1950 e 1951 senza riuscire a sconfiggere il candidato Labour ma conquistando comunque molti consensi che ridussero il grande vantaggio che il Partito Labour deteneva in città. Proprio nel partito conservatore del Kent conobbe Denis Thatcher che sposò nel 1951, convertendosi all'anglicanesimo.
 Nel 1953 alla coppia nacquero due figli gemelli (Mark e Carol). Nello stesso anno completò ulteriori studi e divenne avvocato fiscalista di professione.
 Nel 1982 intervenne nelle ricerche per ritrovare suo figlio Mark, smarritosi nel Deserto del Sahara durante il rally Parigi-Dakar.
Dopo aver lasciato la Camera dei comuni, la Thatcher aprì una fondazione, fu il primo ex-Premier a farlo; questa fondazione ha chiuso nel 2005 a causa delle difficoltà finanziarie. Scrisse due libri  "Downing Street" nel 1993 e "The Path to power" nel 1995. 
Venne assunta come consulente geopolitico dalla Philip Morris per 250'000 $ annui, più un contributo della stessa somma alla sua fondazione. Si dichiarò contraria al trattato di Maastricht, dichiarando che non l'avrebbe mai firmato. Elogiò Tony Blair, criticando il partito laburista ma difendendo il suo leader. Dal 2002 annunciò che i suoi medici le consigliavano di non tenere più nessun discorso in pubblico. Il marito Denis Thatcher morì il 26 giugno 2003 e fu cremato il 3 luglio. L'11 giugno 2004 partecipò al funerale dell'ex-presidente statunitense Ronald Reagan; per l'occasione consegnò il suo elogio funebre registrato su nastro diverso tempo prima. Il 7 marzo 2008 durante una cena ebbe un crollo, venne ricoverata al St. Thomas Hospital. La figlia raccontò alla stampa di come il Morbo di Alzheimer avesse colpito la madre; ad esempio di come avesse confuso il conflitto delle Falkland con la guerra in Jugoslavia, e delle tante volte in cui dovette ricordarle che il marito Denis era morto da tempo. Negli ultimi anni venne invitata a diverse cerimonie ufficiali, come il matrimonio del Principe William e Kate, tuttavia non partecipò per motivi di salute. Nel 2011 ebbe un colloquio con l'attrice Meryl Streep, peraltro la sua attrice preferita, che vinse il suo terzo Premio Oscar per l'interpretazione della Thatcher in The Iron Lady. Il 21 dicembre 2012 subì un intervento chirurgico alla vescica. È deceduta la mattina dell'8 aprile 2013 all'età di 87 anni, colpita da un ictus.
L'associazione Mary Astell la ricorda in questo breve articolo,per il suo grande impegno e dedizione. Affinchè la sua vita sia d'esempio a tutte le donne che credono e si battono per le proprie idee.

Alessandra Santorino


mercoledì 3 aprile 2013

Chiesa S.Maria della Concezione


Oggi vi voglio presentare una chiesa a me molto cara situata in Ortigia,in via Roma. Quando andavo all’università, quasi ogni mattina, prima di andare a lezione e soprattutto dopo un esame, vi entravo per pochi minuti e sentivo un forte senso di pace e tranquillità. Trovavo sempre una suora in prima fila in adorazione e mi guardavo intorno pensando a quanto è bella questa chiesa ma anche poco utilizzata. Il Complesso di S.Maria delle Monache o della Concezione fu fondato nel 1169 dal re Guglielmo II il Buono, sotto la regola benedettina. La chiesa fu invece costruita nel 1320 con le elemosine dei fedeli. Il Complesso doveva ospitare le claustrali benedettine appartenenti, fino a quella data, all’antico Monastero della Concezione, detto di S. Maria delle Monache, sito fuori le mura della città, il quale gravava in precarie condizioni di sicurezza. Il terremoto del 1693 provocò danni ingentissimi e le monache trovarono ospitalità nel palazzo arcivescovile. Nel 1703 iniziarono i lavori di restauro sotto la supervisione di Pompeo Picherali che ebbe l’incarico di rispettare il progetto originale di Michelangelo Buonamici. Tra Sei e Settecento, per la festa dell’Immacolata Concezione, nel monastero era “splendidamente celebrata” una della feste più importanti della città, preceduta da un “solenne novenario” e con il giuramento di fedeltà all’Immacolata “a costo della vita” da parte del Senato cittadino. Dopo l’Unità di Italia venne applicata la legge di soppressione dei corpi religiosi (1866), che entravano a far parte del patrimonio dello Stato. Così i locali del monastero vennero assegnati alla Provincia e nel 1870 si iniziarono i lavori che li trasformarono in sede della Prefettura. Per fare ciò furono apportate sostanziali modifiche: un grande ingresso fu aperto sulla via Maestranza e furono innalzati i due piani superiori. Poche le tracce originali rimaste: un portale su via del Laberinto, un ampio arco su via Roma, una scultura raffigurante la Madonna fra due angeli posta all’ingresso su via del Crocifisso, il bellissimo pavimento maiolicato.

Carolina Stroscio.

giovedì 28 marzo 2013

Pèsach

Ciao amici, in questi giorni nel mondo milioni di persone si preparano a celebrare una festivita’ chiamata Pasqua e noi dell’Associazione Mary astell ci è parso doveroso approfondire l’argomento.


 Il termine Pasqua, in greco e in latino “pascha”, proviene dall'aramaico: pasha, che corrisponde all'ebraico Pèsach, il cui senso generico è “passare oltre - passaggio”.
 In questo caso il passaggio è simbolo dell’attraversamento del Mar Rosso, ovvero il passaggio dalla schiavitù alla Terra Promessa, dunque dal vizio del peccato alla libertà della salvezza, ricordando così la celebrazione della liberazione del popolo di Mosè dalla schiavitù in Egitto. 
Applicata a Cristo, detta etimologia suggerisce il Suo passaggio dal mondo terreno al Padre. Alcuni scrittori suppongono che l'espressione “passa oltre” si riferisca all'Angelo sterminatore, che, vedendo il sangue sulla casa degli ebrei “passarono oltre”, salvando coloro che risiedono all'interno.
 La Pasqua è una delle più importanti feste cristiane perché celebra i tre momenti fondamentali del cristianesimo: la Passione, la Morte e la Resurrezione di Cristo. Commercialmente tale festività è stata soppiantata ,di gran lunga, dal Natale e da alcune tradizioni pagane più allettanti per la società moderna.
 La data della festa della Pasqua cristiana è mobile, cioè viene fissata di anno in anno nella domenica successiva alla prima luna piena (il plenilunio), successivo all'equinozio di primavera dunque in un giorno di luce continua senza tramonto. L’equinozio di primavera come sappiamo è il 21 marzo, infatti il 21/03/2013 è giovedì e la Pasqua ha inizio con la domenica delle Palme giorno 24/03/2013.
 La prima luna piena è legata al simbolismo della rinascita, cadendo nel periodo della primavera, dopo l'inverno (e cioè dopo il peccato e la morte), quando la natura si rigenera e tutto l'universo è coinvolto da questa rinascita. Il principale simbolo della Pasqua nel mondo intero è l'uovo di vario tipo: c’è quello dipinto, intagliato, di cioccolato, di terracotta e di carta pesta. La tradizione dell'uovo pasquale ha origini antichissime: gli antichi contadini romani sotterravano nei campi un uovo colorato di rosso, come simbolo di fecondità e quindi propizio per il raccolto. È proprio con il significato di vita che l'uovo entrò a far parte della tradizione cristiana, richiamando alla risurrezione di Cristo ed alla vita eterna.

 Auguri a tutti di BUONA PASQUA 

 Alessandra Santorino

venerdì 15 marzo 2013

Gelone

Il primo tiranno pare sia stato PANEZIO di Leontinoi (608 a.C.).
Più celebre fu FALARIDE di Agrigento. Anche a Gela CLEANDRO si fece signore e dopo sette anni,ucciso, gli successe il fratello IPPOCRATE. TERILLO lo fu di Imera e PITAGORA di Selinunte.
Prima SCHITE a Zancle e poi ANASSILLA, signore di Reggio che la occupò e mutò il nome di Zancle in Messana , mentre Siracusa ,soggiogata CAMARINA ed esteso il suo dominio fino ai confini di Gela, combatté e fu sconfitta da Ippocrate,reduce da un tradimento nei confronti di Schite.
 Ippocrate si contentò di avere ceduta Camarina ,dove morì dopo sette anni di signoria ,lasciando due figli EUCLIDE e LEANDRO,ancor giovani;onde fu facile a GELONE,uno dei suoi fedeli ,di impadronirsi del potere. Gelone continuò la politica espansionistica di Ippocrate e le discordie interne a Siracusa ne facilitarono l’ascesa. Difatti il popolo siracusano si ribellò contro i GAMORI scacciandoli dalla città. Questi trovarono rifugio a Casmene ed invocarono l’aiuto di Gelone che intervenne dichiarandosi difensore del popolo,che gli aprì le porte della città. Lui vi entrò alla testa dei Gamori ma da signore (485 a.C.).
 Così cessò la libertà siracusana. Gelone favorì effettivamente il popolo ,ingrandendo Siracusa e popolandola con altre genti tra cui quelli di Gela e di Camarina che distrusse. Ai due quartieri di Ortigia e di Acradina si aggiunsero Tiche e Neapolis .Oltre questi accrescimenti fece costruire una potente flotta che diede fama a lui ed importanza a Siracusa. A tal punto che TERONE,tiranno di Agrigento ,diede la figlia DAMARETE in sposa a Gelone.
Lo stesso Terone,entrato in conflitto con TERILLO,tiranno di Imera,lo scacciò dalla cittadina occupandola. Terillo si rivolse in soccorso al genero Anassilla che stimandosi debole chiese ed ottenne l’aiuto dei Cartaginesi. Così inizia il lungo e formidabile duello fra i Greci ed i Cartaginesi ,che protrattosi per secoli,si chiuse con la conquista romana. I Cartaginesi raccolsero un esercito forte di 300.000 uomini ed una flotta di 200 navi da battaglia e 300 onerarie sbarcando a PANORMO sotto il comando di AMILCARE. Nel frattempo Terone,chiuso ad Imera, sollecitava Gelone a soccorrerlo. Gelone rispose accorrendo con 50.000 fanti e 5000 cavalli. I due eserciti si disposero sulle sponde opposte del Fiume Freddo. Gelone, con uno stratagemma mandò la cavalleria nel campo avversario incendiando improvvisamente la flotta avversaria, mentre con l’esercito affrontò i Cartaginesi sconfiggendoli dopo una orrenda mischia. Amilcare fu ucciso, seimila soldati rimasero sul campo;i superstiti si ritirarono sulla vicina montagna di S.Calogero,dove,rimasti senza acqua si arresero. Altri salirono sulle navi rimaste ma furono sommersi da una tempesta.
 Della poderosa flotta solo una nave portò a Cartagine la spaventosa notizia. Gelone concesse la pace senza abusare della vittoria. Cartagine grata della mitezza dei patti ,offerse a Damarete una corona d’oro di gran valore.
 La battaglia d’Imera (480 a.C.) è uno spartiacque storico poiché gli effetti furono grandi:Gelone consolidò la sua signoria,Siracusa acquistò incontrastata egemonia su tutte le città siceliote e divenne il cuore e la mente della Sicilia. Sembra che Gelone abbia esteso la sua influenza anche tra le città della Magna Grecia e che abbia avuto relazione con Roma ,che gli mandò ambasciatori. Ha inizio un lungo periodo di tregua che consente a Gelone di continuare innanzitutto la costruzione delle difese di Siracusa e di erigere ,a ricordo della vittoria d’Imera ,il tempio di Atena nel punto più alto di Ortigia e la sua tomba sepolcrale nelle vicinanze dell’Olympeion.Eresse anche i templi di Demetra e Core ed altro voleva costruire sull’Etna. 
Ma la morte lo colse nel 478 a.C. Il popolo gli tributò onori e testimonianze di affetto accompagnandone la salma fuori le mura fino alla tomba che ornò di nove torri.

Marcello Lo Iacono.

sabato 9 marzo 2013

“MASTERCHEF”… NO GRAZIE!

 Ho seguito con grande interesse ed entusiasmo le due edizioni del fortunato reality dal titolo Masterchef, in onda su un canale di SKY. Guardavo con ammirazione i partecipanti, dilettanti ma aspiranti cuochi professionisti, affrontare senza esitazione stressanti prove, nelle quali dovevano preparare, spesso in pochissimo tempo, deliziose e complesse portate degne dei ristoranti più rinomati. Ma devo ammettere che nel corso delle varie puntate, non solo non ho mai sognato di essere al loro posto, ma non mi è neanche balenata l’idea di provare a cucinare una di quelle succulente ricette. Al contrario, avrei tanto gradito poterle assaggiare! 
Ebbene si, ammetto con grande sincerità che appartengo a quella categoria di donne, forse neanche tanto piccola, a cui non piace cucinare e se lo fanno è perché costrette dalle circostanze. Credo di essere l’esempio concreto che il binomio donna-mamma non sempre si sposa con l’appellativo “regina dei fornelli”. Nei primi anni di matrimonio, quando ancora vivevo a Milano, mio marito mi aveva affettuosamente soprannominata “quattro cucchiai d’olio”, che erano la base dei piatti pronti surgelati, di cui facevo largo uso. Ma Milano è una città frenetica, la patria dell’aperitivo e dei pasti veloci, per cui la situazione era del tutto normale. Tornata a Siracusa, soprattutto dopo la nascita dei miei figli, ho dovuto chiaramente modificare le mie abitudini ma non nascondo che cucinare, e principalmente la scelta di cosa preparare, mi mette in crisi! Vi siete mai chiesti perché i più grandi cuochi son quasi sempre uomini? Io credo che la ragione risieda nel fatto che per l’uomo l’approccio alla cucina è di puro svago, legato ad una passione e vissuto, nella maggioranza dei casi, come semplice hobby. Al contrario, il ruolo di moglie e mamma presuppone la quotidiana preparazione dei pasti principali, con la conseguente necessità di “spremersi” letteralmente le meningi per offrire ogni giorno piatti variegati e sfiziosi per mariti esigenti e figli schizzinosi. Se alla base manca la passione, diventa un vero problema. Personalmente mi dedico alla cucina, ma con piatti semplici; ai miei figli non faccio mai mancare le verdure e spesso torte e ciambelle casalinghe, ma sono un’abitudinaria, conosco poche ricette e non amo sperimentare o cimentarmi in cose che mi sembrano complicate; ad esempio, non ho mai fatto il ragù e credo che forse mai lo farò nella mia vita. Ma non nascondo che la cosa mi crea spesso imbarazzo. Le mie amiche sono bravissime in cucina e quando ci riuniamo per pranzi o cene, secondo la formula “ognuno porta qualcosa”, io entro in paranoia e non so mai cosa preparare. Loro, che ormai mi conoscono, mi agevolano assegnandomi spesso il compito di portare i salumi o il gelato. Qualche volta è capitato che anch’io portassi qualcosa da me cucinato ma, di fronte alla bontà dei loro piatti, nella maggior parte dei casi il mio è ritornato a casa quasi intatto. Che frustrazione…. era meglio il gelato! A tutte le mamme che hanno il mio stesso “problema” consiglio di acquistare uno dei libri scritti da Benedetta Parodi (le ricette si trovano anche su internet), che propone piatti gustosi ma molto veloci e facili da preparare , adatti anche alle più incapaci. Io ho il primo volume dal titolo “Cotto e Mangiato”, che ormai è diventato la mia bibbia. Dedicato a mio marito e alle mie care amiche che mi accettano per quella che sono. 


Carla Bramanti

venerdì 8 marzo 2013

Festa della Donna!


Un omaggio a tutte le donne della storia che hanno contribuito a rendere questo mondo più speciale e interessante.
E a tutte le donne che rendono la vita della propria famiglia ogni giorno ricco di tutto l'amore che sanno provare.









martedì 5 marzo 2013

Orgoglio Italiano:Rita Levi Montalcini

 Nata a Torino nel 1909, si laureò in Medicina presso l’Istituto di Anatomia Umana della stessa Università. Fin dai primi anni universitari si dedicò agli studi sul sistema nervoso. Donna ebrea perseguitata dal fascismo ,a seguito della promulgazione delle leggi razziali, ha proseguito le sue ricerche sui processi del differenziamento del sistema nervoso in Belgio (1938).
 Nel 1951 si recò in Brasile per poter eseguire gli esperimenti di colture in vitro presso l’Istituto di Biofisica dell’Università di Rio de Janeiro, dove, nel dicembre dello stesso anno, tali ricerche le consentirono di identificare il fattore di crescita delle cellule nervose (Nerve Growth Factor, noto con l’acronimo NGF).
 Questa scoperta le valse, nel 1986, il Premio Nobel per la Medicina. all’età di 77 anni. Stabilitasi definitivamente in Italia, nel 1969, assunse la direzione dell’Istituto di Biologia Cellulare del CNR a Roma fino al 1989. Nel luglio del 1992 costituì con la sorella, Paola Levi-Montalcini, la Fondazione Levi-Montalcini Onlus, in memoria del padre Adamo Levi, con il motto “Il futuro ai giovani” allo scopo di favorire l’orientamento allo studio e al lavoro delle nuove generazioni e per andare in aiuto alle giovani donne dei paesi dell’Africa nel sostegno all’istruzione a tutti i livelli. Dal 1993 al 1998 presiedette l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani. Diventò membro delle più prestigiose accademie scientifiche nazionali e internazionali e presidente onorario dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla.
 Fu, inoltre, la prima donna a essere stata ammessa alla Pontificia Accademia delle Scienze. Nel 2001 fu nominata senatrice a vita, dall'allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, che la scelse per i suoi meriti sociali e scientifici. Nel 2005 costituì l’Istituto Europeo di Ricerche sul Cervello, con l’acronimo EBRI (European Brain Research Institute), del quale divenne presidente, che si propone di svolgere attività di ricerca nel campo delle neuroscienze.
 Amava ripetere: “ Se morissi domani o tra un anno, sarebbe lo stesso: quel che conta è il messaggio che lasci dietro di te. È il solo modo affinché il nostro passaggio sulla Terra non si esaurisca in un grande nulla”.
 Rita Levi Montalcini continuò a studiare, fino alla fine. Secondo fonti vicine alla famiglia, la senatrice a vita lavorò ai suoi studi fino alla sera prima della sua morte. Il premio Nobel per la medicina continuò dunque le sue ricerche fino all'ultimo giorno. Si spense il 30/12/2012 nella sua abitazione di Roma, aveva 103 anni.
 L’associazione Mary Astell vuole onorare, con questo articolo, il ricordo di una personalità straordinaria, una grande donna italiana che nella sua lunghissima splendida vita ha mostrato impegno, forza, tenacia e ingegno eccezionali.
 È stata una donna che ha testimoniato la sua passione per la scienza ed è stata educatrice delle giovani generazioni, credendo fermamente nella trasmissione del sapere. Rita, personalità destinata a rimanere scolpita nella storia che lascia un segno inconfondibile in tutto il mondo del genio femminile. 
La ricorderemo non solo per i suoi successi, il suo instancabile lavoro, ma anche per la sua autentica passione civile, l'amore per la democrazia e le tante battaglie per la promozione della dignità della donna, i diritti umani, la giustizia, la pace. 



Alessandra Santorino

mercoledì 13 febbraio 2013

Un cuore intinto nel cioccolato!

Se è vero che i cibi più buoni sono anche quelli più pericolosi per la salute, il cioccolato sembra essere la classica eccezione che conferma la regola, o almeno in parte. Non a caso, il cioccolato fondente rappresenta una delle più generose fonti alimentari di flavonoidi, rinomati antiossidanti. Tanto maggiore è la percentuale di cacao nell'amata tavoletta e tanto superiore è la presenza di flavonoidi. In media, 100 grammi di fondente ne contengono 50-60 mg, mentre in un'analoga quantità di cioccolato al latte ne ritroviamo soltanto una decina di mg. Ma perché i flavonoidi del cioccolato sono così importanti per la nostra salute? Questi antiossidanti naturali limitano gli effetti negativi associati ad elevati livelli di colesterolo. 
Così facendo, i flavonoidi proteggono le arterie dai danni dell'aterosclerosi e prevengono malattie cardiovascolari come l'infarto e l'ictus. Il consumo quotidiano di piccole quantità di cioccolato fondente è inoltre in grado di abbassare lievemente la pressione arteriosa. Nonostante questo alimento sia ricco di sostanze importanti per la nostra salute, è comunque necessario non lasciarsi prendere da un eccessivo entusiasmo nei suoi confronti. I flavonoidi, infatti, non cancellano grassi e calorie, che nel cioccolato la fanno da padrone. Nonostante tutto, i trigliceridi contenuti nel cioccolato fondente di qualità non sono poi così malvagi. Essi, infatti, contengono approssimativamente un 33% di acido oleico, un 33% di acido stearico ed un 33% di palmitico. Il vero problema è dato dalle calorie: l'eccesso, come tutti sanno, si associa al sovrappeso, che a sua volta è implicato nell'insorgenza di un numero impressionante di patologie. Dunque, cioccolato sì, ma con moderazione. Il cioccolato viene spesso escluso dalle diete mirate al trattamento del mal di testa in quanto contiene tiramina, feniletilamina e favorisce la produzione di serotonina, un neurotrasmettitore eccitatorio che, se presente in difetto, è causa di cali patologici dell'umore (ecco spiegato l'effetto antidepressivo del cioccolato), mentre se presente in eccesso si accompagna ad emicrania. 
Il cioccolato è tradizionalmente un dono d' amore; assieme alle rose è considerato come il più importante dono romantico. Ma, è veramente un afrodisiaco? Secondo alcune prove, si. Il cioccolato contiene tre sostanze che potrebbero giustificare ciò: caffeina, teobromina e feniletilamina,sopra citati. La caffeina agisce come uno stimolante. La teobromina stimola i muscoli cardiaci ed il sistema nervoso. La feniletilamina è considerata una sostanza che migliora lo stato d'animo e che funge anche da anti-depressivo.La combinazione di queste tre sostanze fornisce più energia, accelera il battito cardiaco e rende la persona un po' più eccitata. Domani sarà San Valentino,la festa degli innamorati,quindi perchè non tentare il vostro partner prendendolo per la gola?
 E quale miglior ricetta di un sufflè al cuore di cioccolato fondente? 
Ingredienti 50 g di cioccolato fondente, 150 g di burro,100 g di zucchero, 40 g di farina 00, 3-4 biscotti secchi sbriciolati finemente, 3 uova,  100 g di lamponi, zucchero a velo ,1 pizzico di sale. 
 Disponi il cioccolato sul tagliere e, partendo da uno spigolo, taglialo a scaglie con un coltello.
 Disponilo nella ciotola o nel pentolino con 140 g di burro molto morbido tagliato a pezzi e lo zucchero. Immergi la ciotola o il pentolino all'interno della casseruola con acqua in leggera ebollizione e fai sciogliere gli ingredienti a bagnomaria, mescolando in continuazione.
 Lascia intipepidire il cioccolato fuso, aggiungi le uova, 1 alla volta, 30 g di farina setacciata e un pizzico di sale. Mescola gli ingredienti con una spatola o con un cucchiaio di legno, in modo da ottenere un composto ben omogeneo. Imburra gli stampini con il burro rimasto e spolverizzali con pangrattato o con biscotti sbriciolati. Suddividi il composto di cioccolato negli stampini, aiutandoti con un mestolino. Coprili con un foglio di alluminio e mettili in freezer per 2 ore, in modo che il composto si congeli. Elimina l'alluminio, trasferisci gli stampini in forno già caldo a 220°C e cuoci per 15-16 minuti. Sforma subito i dolcetti nei piatti individuali e spolverizzali con poco zucchero a velo, fatto cadere attraverso un colino a maglie fitte. Suddividi nei piatti i lamponi lavati e asciugati e servi.

BUON APPETITO.

Mariapia Randazzo

mercoledì 6 febbraio 2013

Un' altra importante Mary! Mary Leakey

Oggi aprendo google ho notato l’immagine di copertina, detta doodle, che ritrae una donna mentre è al lavoro in uno scavo, allorché mi sono subito incuriosita e cliccando ho scoperto che oggi Google dedica la schermata di apertura ai 100 anni della nascita e delle scoperte di quella donna. 
 Lo sapevate che il primo cranio di ominide l’ha scoperto una donna???? Io, ad essere sincera, no!!!!!
 Fu nel 1959 che Mary Douglas Nicol, meglio conosciuta come Mary Leakey, archeologa famosa, rinvenne con il marito in Africa un cranio ben conservato di Australopithecus boisei che chiamarono Zinyanthropus boisei, o più semplicemente "Ziny".
 E' il più antico resto di ominide conosciuto all'epoca, risalente a un'età di un milione e ottocentomila anni fa. Mary Leakey nel corso dei suoi scavi scoprì anche diverse specie di animali tra cui  alcuni resti fossili di un elefante, a metà degli anni Trenta a Swanscombe, nel Kent (Regno Unito),nello scavo di una serie di insediamenti primitivi.
 Mary Leakey, archeologa e paleoantropologa britannica, nacque a Londra il 6 febbraio 1913, ha condotto parte della sua attività, al fianco del marito Louis Seymour Bazett Leakey e insieme diedero un contributo notevole per comprendere lo sviluppo dell’evoluzione umana in Africa.
 Louis, anche egli paleontologo britannico di grande importanza nel Novecento,conobbe la moglie assumendola come illustratrice per uno dei suoi libri e tra i due nacque un rapporto di amicizia che si trasformò in qualcos’altro.
 Andarono a vivere insieme, anche se il paleontologo era ancora sposato con un’altra donna, cosa che fece scandalo e che gli rovinò parte della carriera accademica. Ottenuto il divorzio nel 1936, si sposò con Mary che divenne Mary Leakey. 
A partire dagli anni Sessanta, Mary Leakey divenne responsabile di alcuni scavi, cosa che la portò a lavorare con maggiore autonomia dal marito e questo le permise di perfezionare le sue ricerche antropologiche con uno spirito molto libero.
 Tra la seconda metà degli anni Settanta e i primi anni Ottanta, Mary Leakey condusse ricerche e studi a Laetoli, sempre in Tanzania, su una serie di impronte fossili di piedi di ominidi rimaste impresse su cenere vulcanica e ben conservate. 
Dopo la morte del marito, Mary Leakey proseguì i propri studi e i lavori di ricerca sul campo per diversi anni. 
Morì a 83 anni il 9 dicembre del 1996 a Nairobi, in Kenya.



 Alessandra Santorino

martedì 5 febbraio 2013

Programma Ass. Mary Astell Febbraio Maggio 2013

 Sottoponiamo a Voi associati e a tutti coloro che volessero parteciparVi, le attività in programma per i prossimi mesi. Con riserva di ampliare e perfezionare tale programma:
 7 FEBBRAIO : Presentazione del Libro “Il corpo disabitato” di Sandro Vero presso la Sala Conferenze della Provincia, Via Malta ore 17.30. Sarà presente l’autore. 
12 FEBBRAIO: Festa in maschera per i bambini stranieri (mauriziani e srilankesi) ore 16.30 presso le Suore dell'Ordine Salesiano Viale Ermocrate.
 MARZO: Siracuriosando ci aspetta! (data e luogo in working progress) 
23 MARZO: Seconda edizione di “Coloriamo la Pasqua”
7 APRILE: Conferenza a cura di medici e specialisti sulle medicine e terapie alternative, in occasione della giornata mondiale della salute. Fine MAGGIO: PREMIO MARY ASTELL 


 Il Direttivo

martedì 29 gennaio 2013

Gli uomini...di casa...

Vorrei affrontare l’argomento del complesso rapporto degli uomini con la cura e gestione della casa. Ci si potrebbe chiedere che cosa dovrebbe esserci di complicato in qualcosa che per noi donne è normalmente intrinseco nella nostra esistenza, ma sulla base della mia esperienza personale posso affermare che per la maggior parte degli uomini si tratta di un argomento ostico che sfocia dal puro menefreghismo a comportamenti bizzarri o addirittura maniacali. 
In relazione al loro rapporto con le faccende domestiche, dividerei gli uomini in tre categorie, in ognuna delle quali ogni donna può facilmente ritrovare il proprio padre, figlio, compagno o marito.
 1) IL MENEFREGHISTA. Gli uomini appartenenti a questa categoria sono caratterizzati da una totale non curanza della casa e, di conseguenza, dalla mancanza di rispetto nei riguardi di chi se ne occupa per loro. Esempi comuni del loro comportamento sono vestiti sparsi ovunque, il bagno impraticabile dopo il loro passaggio, stoviglie abbandonate sul lavandino e comunque un generale stato di disordine e incuria. Ma ciò che li contraddistingue è soprattutto quello sguardo che sottintende: “che cosa vuoi da me, lavoro tutto il giorno non mi stressare!” 
 2) IL FINTO INCAPACE. Appartengono a questa categoria quegli uomini disposti a collaborare ma solo se gli viene esplicitamente richiesto. A quel punto necessitano di una spiegazione dettagliata di tutto ciò che devono fare, per la serie …“facevo prima a farlo da sola!” 
Spesso sono ordinati ma se gli chiedi di rifare il letto ti rispondono: “ma a che serve se poi ci devo dormire di nuovo”.
 Si tratta di uomini intelligenti con spiccate capacità nell’ uso di qualunque strumento tecnologico di nuova generazione ma che di fronte ad una lavatrice o lavastoviglie si dichiarano del tutto impreparati demandando l’arduo compito ad altri.
 3) IL PERFETTINO. In questa categoria si possono individuare tre sottogruppi.
 Gli uomini che non svolgono alcuna attività in casa perché la ritengono un compito esclusivo della donna, ma che sono pronti a criticare su tutto, dalla stiratura delle camicie alla polvere sui mobili. 
Gli uomini che, al contrario, fanno qualunque cosa e che “interferiscono” in modo eccessivo nella gestione della casa mettendo bocca su tutto.
 Ed infine i maniaci dell’ordine e della perfezione che considerano la casa un mausoleo inviolabile; conosco personalmente uomini che vorrebbero che amici e parenti indossassero le pattine per non rovinare il parquet della casa, o che tengono sempre in tasca una gomma per cancellare ogni piccolo segno sui muri appena imbiancati. Uno stress per mogli e figli! 
Dopo questo quadro a di poco desolante una domanda nasce spontanea. 
Ma le donne cosa chiedono ai loro uomini? Io direi veramente poco. Non desiderano sicuramente un totale menefreghista ma neanche una colf a tempo pieno, ma semplicemente una collaborazione, un aiuto, senza strafare. 
 Cari uomini, ricordatevi che per la donna, che sia casalinga o lavoratrice, il lavoro in casa non finisce mai, anche quando si ha la possibilità di una collaboratrice domestica. Per questo tipo di lavoro necessario alla normale sopravvivenza e a cui si può aggiungere le cura e gestione dei figli, non ci sono domeniche, ferie o riposi settimanali, e se anche fosse vero che la donna ha una predisposizione naturale nessuno ce lo ha assegnato come compito di esclusiva competenza. Pertanto, quando la sera rientrando a casa, buttandovi subito sul divano, vi lamentate di trovare una donna stanca e stressata invece di sexy e pimpante, riflettete sul fatto che potreste darle un vero e gradito sostegno rivolgendole una semplice frase: “cara, ti vedo stanca… riposati, oggi ci penso io!”. 
Dedicato al mio caro amico S.C. 


Carla Bramanti

domenica 27 gennaio 2013

La vita è Bella!

"Giosuè: Perché i cani e gli ebrei non possono entrare babbo? 
Guido: Eh, loro gli ebrei e i cani non ce li vogliono. Eh, ognuno fa quello che gli pare Giosuè, eh. Là c’è un negozio, là, c’è un ferramenta no, loro per esempio non fanno entrare gli spagnoli e i cavalli eh, eh… e coso là, c’è un farmacista no: ieri ero con un mio amico, un cinese che c’ha un canguro, dico “Si può entrare?”, dice “No, qui i cinesi e i canguri non ce li vogliamo”. Eh, gli sono antipatici oh, che ti devo dire oh?!
Giosuè: Ma noi in libreria facciamo entrare tutti. 
Guido: No, da domani ce lo scriviamo anche noi, guarda! Chi ti è antipatico a te?
 Giosuè: I ragni. E a te? 
Guido: A me… i visigoti! E da domani ce lo scriviamo: “Vietato l’ingresso ai ragni e ai visigoti”. Oh! E mi hanno rotto le scatole ’sti visigoti, basta eh!"

Era il 1997 quando Benigni ci presentava il film più bello e toccante che la sua mente prodigio poteva partorire "La vita è bella"
Benigni dichiarò: «Questo film, che si chiama La vita è bella, mi è venuto fuori, ma con emozione, tanto che mi ha fatto tremare tutte le costole del costato, ma anche a girarlo, ma bello, bello, è un film che l'ho fatto in meno di una notte». Durante le riprese, Benigni ebbe comunque qualche esitazione: «La gente mi diceva di fare attenzione perché era una idea molto estrema, temevo di offendere la sensibilità dei sopravvissuti. Lo so che tragedia sia stata, e sono orgoglioso di aver dato il mio contributo, sull'Olocausto e sulla memoria di questo terrificante periodo della nostra storia. Io non sono ebreo, ma la storia appartiene a tutti».

E l'associazione Mary Astell la pensa come lui. La storia appartiene a tutti, ed è nostro dovere farla conoscere ai nostri posteri. Noi siamo la storia di oggi loro la storia del futuro,per questo  dobbiamo formare le loro coscienze, è un nostro dovere che assolviamo nel nostro piccolo, oggi nel giorno della Memoria. 
Ogni forma di razzismo porta alla distruzione dell'animo umano. Noi non ci stiamo!


Raffaella Ferreri.

martedì 22 gennaio 2013

La Chiesa di S.Giuseppe a Siracusa

Si trova al centro della piazza omonima tra i due più grandi ed importanti complessi religiosi di Ortigia: S. Domenico e Aracoeli. La prima chiesa, sempre dedicata a S. Giuseppe, fu edificata nel 1550 dai Maestri d’ascia e dai bottari nel sito dove sorgeva la vecchia chiesa di S. Fantino di rito greco. Quando nel 1554 giunsero a Siracusa i Gesuiti, il vescovo Bologna affidò loro la chiesa dove restarono fin quando nel 1635 fu posta la prima pietra della loro Chiesa del Collegio. La confraternita di S. Giuseppe, corporazione dei falegnami, ottenne nel 1752 la licenza di restaurare la chiesa semi abbandonata e affidò il compito della costruzione a Carmelo Bonaiuto, tecnico e architetto di fiducia e forse anche autore del progetto. I lavori furono ultimati nel 1773 e il risultato fu un "Magnifico tempio dedicato al Patriarca S. Giuseppe". La chiesa sorge su di un alto podio rettangolare, preceduto su tre lati da scalinate. Le pareti esterne sono caratterizzate da due ordini di paraste sovrapposte. Nell'ordine inferiore le cornici dei portali modellano delicatamente le pareti; compito svolto nell'ordine superiore dai finestroni e dalle nicchie. Le sculture naturalmente, si richiamano al gusto barocco e rococò del tempo. La struttura interna è a pianta ottagonale con profonda abside semicircolare in cui trova spazio l'altare maggiore. La chiesa è a navata unica con nicchie laterali che si alternano a vani d'ingresso. Anche le pareti sono adornate da stucchi barocchi. In alto sulla fascia superiore, si imposta una pseudo volta che si eleva sopra la cornice e nella quale si aprono i finestroni. Nel pavimento sottostante l'ingresso anteriore si ricavò un locale sotterraneo (ipogeo) con volta semi circolare con destinazione funeraria. Nel 1877 fu proposta la distruzione della chiesa, che per fortuna non ebbe luogo.

Carolina Stroscio

giovedì 10 gennaio 2013

Lo SaPeVaTe ChE?


Inauguriamo una nuova rubrica dove raccoglieremo tutte le curiosità più strane e particolari che non abbiate mai sentito raccontare.
Iniziamo:
 Lo sapevate che se una statua rappresenta una persona su un cavallo che ha entrambe le zampe anteriori sollevate, significa che la persona in questione è morta in guerra. Se il cavallo ha solo una zampa anteriore sollevata, la persona è morta a seguito di una ferita riportata in guerra. Se il cavallo ha tutte le quattro zampe a terra, la persona è morta per cause naturali.
(Garibaldi è morto a Caprera il 2 giugno 1882 per una paralisi alla faringe)
E sempre restando in ambito artistico: lo sapevate che le punte della corona della Statua della libertà sono sette e rappresentano i sette mari della terra?









Alla prossima con lo Lo SaPeVaTe ChE?



Mariapia Randazzo.

sabato 5 gennaio 2013

RICCIDORO

C'erano una volta tre Orsi, che vivevano in una casina nel bosco. C'era Babbo Orso grosso grosso, con una voce grossa grossa; c'era Mamma Orsa grossa la metà, con una voce grossa la metà; e c'era un Orsetto piccolo piccolo con una voce piccola piccola.
 Una mattina i tre Orsi facevano colazione e Mamma Orsa disse: - La pappa e troppo calda, ora. Andiamo a fare una passeggiata nel bosco, mentre la pappa diventa fredda. Cosi i tre Orsi andarono a fare una passeggiata nel bosco. Mentre erano via, arrivò una piccola bimba chiamata Riccidoro. 
Quando vide la casetta nel bosco, si domandò chi mai potesse vivere là dentro, e picchiò alla porta. Nessuno rispose, e la bimba picchiò ancora. Nessuno rispose: Riccidoro allora aprì la porta ed entrò. E là, nella piccola stanza, vide una tavola apparecchiata per tre. C'era una scodella grossa grossa, una scodella grossa la metà e una scodella piccola piccola.
 Riccidoro assaggiò la pappa della scodella grossa grossa: - Oh! E' troppo calda! disse. Assaggiò la pappa della scodella grossa la metà: - Oh! E' troppo fredda!
 Poi assaggiò la pappa della scodella piccola piccola: - Oh ! Questa sì che va bene ! - E se la mangiò tutta. 
Poi entrò in un'altra stanza, e là vide tre seggiole. C'era una seggiola grossa grossa, c'era una seggiola grossa la metà e c'era una seggiola piccola piccola.
 Riccidoro si sedette sulla seggiola grossa grossa: - Oh! Questa è troppo dura! - disse. 
Si sedette sulla seggiola grossa la metà: - Oh! Questa è troppo molle! 
Poi si sedette sulla seggiola piccola piccola: - Oh! Questa sì che va bene! E vi si sedette con tanta forza, che la ruppe.
 Entrò allora in un'altra stanza e là vide tre letti. C'era un letto grosso grosso, c'era un letto grosso la metà, e c'era un letto piccolo piccolo.
 Riccidoro si stese sul letto grosso grosso: Oh! Questo e troppo duro! disse. 
 Provo il letto grosso la metà: - Oh! Questo e troppo molle!
  lnfine provò il letto piccolo piccolo: Oh! Questo si che va bene! sospirò, e subito prese sonno. Mentre Riccidoro dormiva i tre Orsi tornarono dalla passeggiata nel bosco.
 Guardarono la tavola, e Babbo Orso grosso grosso disse con la sua voce grossa grossa:
 - QUALCUNO HA ASSAGGIATO LA MIA PAPPA . 
 Mamma Orsa grossa la metà disse con la sua voce grossa la metà: Qualcuno ha assaggiato la mia pappa ! L'Orsetto piccolo piccolo disse con la sua voce piccola piccola: - Qualcuno ha assaggiato la mia pappa e se l'e mangiata tutta!-
 I tre Orsi entrarono nella camera accanto. Babbo Orso grosso grosso guardò la sua seggiola e disse con la sua voce grossa grossa: - QUALCUNO Sl E' SEDUTO SULLA MIA SEGGIOLA ! Mamma Orsa grossa la metà disse con la sua voce grossa la metà: - Qualcuno si è seduto sulla mia seggiola !
 E l'Orsetto piccolo piccolo gridò con la sua voce piccola piccola: - Qualcuno si è seduto sulla mia seggiola e l'ha rotta! I tre Orsi entrarono infine nella camera da letto. 
 Babbo Orso grosso grosso disse con la sua voce grossa grossa: - QUALCUNO Sl E' STESO SUL MIO LETTO .
Mamma Orsa grossa la metà disse con la sua voce grossa la metà: - Qualcuno si è steso sul mio letto ! 
 E l'Orsetto piccolo piccolo gridò con la sua voce piccola piccola: - Qualcuno si è steso sul mio letto, ed eccola qui! 
 La voce acuta dell'Orsetto piccolo piccolo svegliò Riccidoro, e voi potete ben immaginare come si spaventò nel vedere i tre Orsi che la guardavano. Balzò giù dal letto, attraversò la stanza di corsa, saltò fuori dalla finestrella bassa, e fuggì via nel bosco tanto in fretta come mai le sue gambe l'avevano fatta correre.Dopo un pò, però, si accorse che gli Orsi non erano stati feroci con lei, così decise di ritornare indietro e chiedere scusa alla Famiglia Orso per le disfatte da lei fatte. Davanti all'uscio bussò alla porta, aprì l'Orsetto piccolo piccolo e la fece entrare. Mamma Orsa grossa la metà fece accomodare Riccidoro a tavola e le offrì un dolce. Riccidoro chiese scusa e passò una meravigliosa giornata.


Fine

mercoledì 2 gennaio 2013

Le stelle d'oro

Era rimasta sola al mondo. 
L'avevano messa sopra una strada dicendole: “ Raccomandati al cielo, povera bimba!"
E lei, la piccola orfana, s'era raccomandata al cielo! Aveva giunte le manine, volto gli occhi su, su in alto, e piangendo aveva esclamato: “ Stelle d'oro, aiutatemi voi!"
E girava il mondo così, stendendo la manina alla pietà di quelli che erano meno infelici di lei. L'aiutavano tutti, è vero, ma era una povera vita, la sua: una vita randagia, senza affetti e senza conforti. Un giorno incontrò un povero vecchio cadente; l'orfanella mangiava avidamente un pezzo di pane che una brava donna le aveva appena dato.
 “ Ho fame “ sospirò il vecchio fissando con desiderio infinito il pezzo di pane nelle mani della bimba; 
“ ho tanta fame!"
 “ Eccovi, nonno, il mio pane, mangiate."
 “ Ma, e tu?"
 “ Ne cercherò dell'altro."
 Il vecchio allora la benedisse: “ Oh, se le stelle piovessero su te che hai un cuore così generoso!"
 Un altro giorno la poverina se ne andava dalla città ala campagna vicina. trovò per via una fanciulla che batteva i denti dal freddo; non aveva da ricoprirsi che la pura camicia.
 “ Hai freddo? “ le domandò l'orfanella.
 “ Sì, “ rispose l'altra “ ma non ho neppure un vestito. 
“ Eccoti il mio: io non lo soffro il freddo, e se anche lo sento, mi rende un po' meno pigra."
 “ Tu sei una stella caduta da lassù; oh se potessi, vorrei... vorrei che tutte le altre stelle ti cadessero in grembo come pioggia d'oro. E si divisero."
 L'orfanella abbandonata continuò la strada che la conduceva in campagna, presso una capanna dove pensava di riposare la notte, e l'altra corse via felice dell'abitino che la riparava così bene. La notte cadeva adagio adagio e le stelle del firmamento si accendevano una dopo l'altra come punti d'oro luminosi. L'orfanella le guardava e sorrideva al ricordo dell'augurio del vecchio e di quello uguale della bimba cui aveva regalato generosamente il suo vestito. Aveva freddo anche lei, ora; ma si consolava perché la cascina a cui era diretta non era lontana; già ne aveva riconosciuti i contorni. “ Ah sì! “ pensava: “ se le stelle piovessero oro su di me ne raccoglierei tanto tanto e farei poi tante case grandi grandi per ospitare i bambini abbandonati. Se le stelle di lassù piovessero oro, vorrei consolare tutti quelli che soffrono; sfamerei gli affamati, vestirei i nudi... Mi vestirei “ disse guardandosi con un sorriso; “ io mi vestirei perché, davvero, ho freddo."
 Si sentì nell'aria un canto di voci angeliche, poi il tintinnio armonioso di oro smosso. La bimba guardò in alto: subito cadde in ginocchio e tese la camicina. Le stelle si staccavano dal cielo, e , cambiate in monete d'oro, cadevano a migliaia attorno a quell'angioletto che, sorridendo, le raccoglieva felice: “ Sì, sì! Farò fare, sì, farò fare uno, no... tanti bei palazzi grandi per gli abbandonati e sarò il conforto di tutti quelli che soffrono! Dal cielo, il soave canto di voci di paradiso ripeteva: “ Benedetta! Benedetta!


 J. e W. Grimm