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mercoledì 8 maggio 2013

Autismo e comunicazione

 Dopo aver parlato delle caratteristiche che contraddistinguono la nostra lingua e il nostro modo di comunicare, voglio parlare di un argomento che mi sta molto a cuore e che non tutti conoscono nel profondo: il linguaggio e la comunicazione nel bambino autistico.
 Il termine autismo ha origini molto antiche poiché deriva dal greco “autòs” che significa sé stessi, e come sappiamo, la tendenza a chiudersi in sé stessi è proprio quello che contraddistingue i soggetti affetti da questa patologia. 
L’autismo, infatti, colpisce ciò che l’uomo ha di più prezioso, ovvero la possibilità di comunicare con gli altri, poiché le aree in cui il bambino o il ragazzo autistico ha maggiori difficoltà sono proprio quelle che riguardano la comunicazione e le abilità sociali.
 I sintomi iniziano in maniera evidente intorno ai 3 anni e secondo “L’American Psychiatric Association” le 3 caratteristiche per definizione dell’autismo sono: - Interazione sociale compromessa; - Deficit nel linguaggio e nella comunicazione; - Comportamenti moderati, ripetitivi e stereotipati. La natura di tali compromissioni può cambiare nel tempo e può variare a seconda del livello di sviluppo del soggetto. 
 Nei bambini in età infantile vi può essere incapacità a stare in braccio, indifferenza o avversione all’affetto o al contatto fisico, mancanza di contatto visivo, di risposta mimica, di sorrisi finalizzati al rapporto sociale e mancanza di risposta alla voce dei genitori.
 I bambini piccoli con questo disturbo possono trattare gli adulti come intercambiabili oppure possono attaccarsi meccanicamente ad una determinata persona o possono usare la mano del genitore per ottenere gli oggetti desiderati senza mai entrare in contatto visivo con loro (come se la mano fosse più rilevante della persona). 
 Nel corso dello sviluppo il bambino può diventare maggiormente disponibile ad essere coinvolto passivamente nell’interazione sociale, e può anche diventare più interessato alla stessa. Anche in questi casi, però, il bambino tende a trattare le altre persone in modi inusuali (es., aspettandosi che le altre persone rispondano a domande rituali in modi specifici, avendo uno scarso senso del confine tra una persona e l’altra, ed essendo eccessivamente intrusivo nell’interazione sociale).
 Nei soggetti più grandi, le prestazioni che comportano memoria a lungo termine (per es., orari dei treni, date storiche, formule chimiche, parole esatte di canzoni ascoltate anni prima) possono essere eccellenti, ma le informazioni tendono ad essere ripetute più e più volte, a prescindere dall’adeguatezza dell’informazione rispetto al contesto sociale. 
 Inoltre, è stato osservato che gran parte della popolazione autistica (circa la metà) non parla o comunque non ha un linguaggio utilizzabile. Tra i bambini autistici che acquisiscono il linguaggio, vi sono comunque ritardi di sviluppo e peculiarità significative riguardanti la produzione linguistica; le loro parole, infatti, sono spesso non comunicative e ridondanti, e inoltre raramente questi bambini sono in grado di iniziare una conversazione. 
Anche nei casi di autismo ad alto funzionamento emergono caratteristiche evidenti del linguaggio autistico, inoltre se si va ad analizzare la relazione tra il versante della codifica e quello della decodifica, ne fuoriesce un profilo particolare che vuole il versante espressivo migliore di quello ricettivo. Altra caratteristica fondamentale riscontrabile in tali bambini è la presenza di ecolalia, la quale può essere sia immediata che differita. Per ecolalia immediata si intende la ripetizione dell’ultima o delle ultime parole sentite, in altre parole i bambini ripetono semplicemente quello che hanno udito senza formulare un discorso proprio; questo fenomeno porta i bambini autistici a parlare di sé stessi usando la terza persona anziché la prima. Per ecolalia differita, invece, si intende la ripetizione di intere frasi elaborate come unità linguistiche, ovvero come se fossero una singola parola. 
Inoltre studi recenti sui bambini autistici hanno evidenziato altre caratteristiche come: - una inusuale selezione delle parole; - incoerenza del discorso; - mancanza di risposta quando viene loro posta una domanda; - alterazione della prosodia; - stereotipie verbali; Chiaramente, i ritardi e le peculiarità relativi alla produzione del linguaggio, sono associati a problemi profondi di comprensione dello stesso, come anche ad altri problemi di comunicazione.
 La speranza, sia per i bambini che ne sono colpiti, sia per i genitori che ogni giorno devono combattere contro questo male incurabile, è che si trovi al più presto la causa e conseguentemente la sua soluzione.


Silvia sudano

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