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sabato 9 marzo 2013

“MASTERCHEF”… NO GRAZIE!

 Ho seguito con grande interesse ed entusiasmo le due edizioni del fortunato reality dal titolo Masterchef, in onda su un canale di SKY. Guardavo con ammirazione i partecipanti, dilettanti ma aspiranti cuochi professionisti, affrontare senza esitazione stressanti prove, nelle quali dovevano preparare, spesso in pochissimo tempo, deliziose e complesse portate degne dei ristoranti più rinomati. Ma devo ammettere che nel corso delle varie puntate, non solo non ho mai sognato di essere al loro posto, ma non mi è neanche balenata l’idea di provare a cucinare una di quelle succulente ricette. Al contrario, avrei tanto gradito poterle assaggiare! 
Ebbene si, ammetto con grande sincerità che appartengo a quella categoria di donne, forse neanche tanto piccola, a cui non piace cucinare e se lo fanno è perché costrette dalle circostanze. Credo di essere l’esempio concreto che il binomio donna-mamma non sempre si sposa con l’appellativo “regina dei fornelli”. Nei primi anni di matrimonio, quando ancora vivevo a Milano, mio marito mi aveva affettuosamente soprannominata “quattro cucchiai d’olio”, che erano la base dei piatti pronti surgelati, di cui facevo largo uso. Ma Milano è una città frenetica, la patria dell’aperitivo e dei pasti veloci, per cui la situazione era del tutto normale. Tornata a Siracusa, soprattutto dopo la nascita dei miei figli, ho dovuto chiaramente modificare le mie abitudini ma non nascondo che cucinare, e principalmente la scelta di cosa preparare, mi mette in crisi! Vi siete mai chiesti perché i più grandi cuochi son quasi sempre uomini? Io credo che la ragione risieda nel fatto che per l’uomo l’approccio alla cucina è di puro svago, legato ad una passione e vissuto, nella maggioranza dei casi, come semplice hobby. Al contrario, il ruolo di moglie e mamma presuppone la quotidiana preparazione dei pasti principali, con la conseguente necessità di “spremersi” letteralmente le meningi per offrire ogni giorno piatti variegati e sfiziosi per mariti esigenti e figli schizzinosi. Se alla base manca la passione, diventa un vero problema. Personalmente mi dedico alla cucina, ma con piatti semplici; ai miei figli non faccio mai mancare le verdure e spesso torte e ciambelle casalinghe, ma sono un’abitudinaria, conosco poche ricette e non amo sperimentare o cimentarmi in cose che mi sembrano complicate; ad esempio, non ho mai fatto il ragù e credo che forse mai lo farò nella mia vita. Ma non nascondo che la cosa mi crea spesso imbarazzo. Le mie amiche sono bravissime in cucina e quando ci riuniamo per pranzi o cene, secondo la formula “ognuno porta qualcosa”, io entro in paranoia e non so mai cosa preparare. Loro, che ormai mi conoscono, mi agevolano assegnandomi spesso il compito di portare i salumi o il gelato. Qualche volta è capitato che anch’io portassi qualcosa da me cucinato ma, di fronte alla bontà dei loro piatti, nella maggior parte dei casi il mio è ritornato a casa quasi intatto. Che frustrazione…. era meglio il gelato! A tutte le mamme che hanno il mio stesso “problema” consiglio di acquistare uno dei libri scritti da Benedetta Parodi (le ricette si trovano anche su internet), che propone piatti gustosi ma molto veloci e facili da preparare , adatti anche alle più incapaci. Io ho il primo volume dal titolo “Cotto e Mangiato”, che ormai è diventato la mia bibbia. Dedicato a mio marito e alle mie care amiche che mi accettano per quella che sono. 


Carla Bramanti

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